03-10-2013 – E’ appena giunta la determinazione n. 37 con la quale l’Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive ha stabilito che l’incontro di calcio Savoia-Cavese: “…connotato da alti profili di rischio, per i quali non vige il programma “tessera del tifoso”, è rinviato alle valutazioni del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive, ai fini della individuazione di misure organizzative di rigore…”. In pratica il CASMS, entro oggi indicherà alla Prefettura di Napoli di imporre il divieto di vendita dei tagliandi per i residenti nella provincia di Salerno con contestuale chiusura al pubblico del settore ospiti dello stadio ‘A. Giarud’. Il Prefetto invierà fonogrammi alle Questure di Napoli e Salerno che poi le gireranno ai singoli Commissariati di Pubblica Sicurezza di Torre Annunziata e Cava de’ Tirreni, alla Lega di Serie D, al Savoia Calcio ed alla Cavese Calcio. Domenica, dunque, giornata dedicata alla lotta contro il femminicidio e la violenza sulle donne, il Giraud sarà privo della cornice del pubblico ospite che avrebbe portato circa 1000 spettatori ad assistere al derby. Gli stessi ultras oplontini erano pronti a vivere il derby con i rivali metelliani, facendo propri sfottò e cori ostili, magari con striscioni satirici ma nel rispetto delle parti. Non sarà così. Le autorità di pubblica sicurezza non hanno ritenuto sufficienti le garanzie per poter permettere che il derby si svolgesse a porte aperte.
LUCE – Abbiamo subito raccolto le reazioni del patron dei bianchi Lazzaro Luce:
“E’ una notizia che mi dispiace apprendere perché, a prescindere dal singolo incontro, quando si vieta ad una tifoseria di assistere alla gara della propria squadra, è una cosa che non va bene. E’ una sconfitta per l’intero movimento calcistico. Sono sicuro che domenica si sarebbe potuto vivere una grande giornata di sport. Lo sarà comunque ma orfana dei tifosi della Cavese. Sono sinceramente dispiaciuto. Questo, con ogni probabilità, porterà anche alla chiusura del ‘Lamberti’ per i nostri tifosi, nella gara di ritorno”.
(Giovanni Caracciolo)
