23-09-2014 – Quinta giornata di mercoledì così la nostra rubrica dedicata all’AVVERSARIO DI TURNO, curata nei minimi dettagli dai colleghi Giuseppe Lucibelli e Matteo Potenzieri, ‘trasloca’ momentaneamente al martedì. La nostra scheda è dedicata al Lecce con i 16 precedenti che hanno contraddistinto le sfide con i salentini. Su tutte quella del Giraud, risalente al 12 maggio 1996. Una vittoria per 2-1 che regalò la permanenza in categoria dei bianchi con un protagonista su tutti: Eupremio Carruezzo che in ESLCUSIVA a SoloSavoia.it racconta quella partita e confessa la sua passione per il Savoia in un’intervista di rara e bella emozione.
I NUMERI – Il Lecce è quinto in classifica con 7 punti, attardato di tre lunghezze dal poker di squadre che comanda la classifica. Due le vittorie, un pari ed una sconfitta, all’esordio contro la Lupa Roma vera rivelazione di questo scorcio di stagione. Nonostante un attacco da ‘paura’ con Miccoli, Moscardelli, Della Rocca e Carrozza, i giallorossi hanno segnato pochi gol, appena 4, e contano insieme al Matera la miglior difesa del campionato con sole due reti al passivo, peraltro subìte dalla Lupa. Da tre turni la porta salentina è inviolata.
I PRECEDENTI (A cura di Giuseppe Lucibelli) – Sfida numero 17 tra Savoia e Lecce. I salentini cono venuti a giocare a Torre Annunziata per la prima volta nel campionato di serie B 1946-‘47. All’epoca giocava la Torrese. Il 24 novembre 1946, alla decima giornata, i pugliesi arrivano al “Formisano”. Si portano in vantaggio al 36’ con Pavesi ma vengono agguantati da Ghezzi (47’) e superati dall’indimenticato Ercolino Castaldo (75’). Finisce, così, con una vittoria della Torrese la prima sfida con i salentini (2-1). Successo bissato nella stagione successiva, sempre in serie B. Il calendario prevede l’incrocio alla terza giornata. E’ il 28 settembre 1947. Due doppiette stendono il Lecce: di D’Avino (21’-31’) e Bellomo (73’-79’). Per i giallorossi in gol Magurano (36’), Gavazzi (40’) e Natale (43’ rig.). Sicuramente la partita più bella ed avvincente delle 16 sfide sin qui giocate.
Dopo un anno di pausa, le due squadre si affrontano in serie C. E’ la stagione agonistica 1949-‘50. Alla prima giornata, sul campo neutro di Caserta, il 25 settembre 1949 il Lecce vince 2-1. Illude il vantaggio di Calleri (15’), una doppietta di Silvestri (33’ e 57’) capovolge il risultato e regala al Lecce l’unico successo conquistato sul campo dei torresi.
Ancora in serie C la sfida n. 4 in casa Savoia. Sempre al “Formisano”. Siamo alla terza giornata ed un gol di Gilbo è sufficiente per mettere in cassaforte la vittoria della Torrese.
Bisogna aspettare 15 anni prima di rivedere Savoia e Lecce di fronte. 20 febbraio 1966, ventiduesima giornata del Campionato di Serie C, stagione 1965-‘66. Il centravanti Padovani realizza il gol del vantaggio dei bianchi (60’), il pareggio leccese è firmato da Trevisan (79’).
Finisce con lo stesso risultato la sfida, sempre in serie C, il 18 ottobre 1970. Vantaggio biancoscudato di Gonella (2’), pareggio pugliese su calcio di rigore trasformato da Frieri (21’). Terzo pareggio nella stagione 1971-‘72. Siamo ancora in serie C. Il 16 gennaio 1972, le due squadre non riescono a segnare e la partita finisce a reti inviolate (0-0).
L’ultima volta risale alla stagione 1995-‘96. Tanto cara ai colori giallorossi per la promozione diretta in serie B. Eppure, quel Lecce fortissimo a Torre Annunziata lasciò l’intera posta in palio. Vantaggio di Palmieri per la squadra guidata da Ventura, poi doppio Carruezzo (49’ e 91’ rig.) e risultato ribaltato. Era il 12 maggio 1996.
CARRUEZZO - “Io sono un tifoso del Savoia.” Quando un ex di quasi venti anni addietro esordisce così e sottolinea con calore questa affermazione, vuol dire davvero che la maglia bianca gli “veste” il cuore. E non è un caso che Eupremio Carruezzo sia uno dei giocatori del passato tra i più amati in assoluto dalla tifoseria torrese. Un legame fatto non solo di gol e spettacolo, ventisette in sessantadue presenze, ma anche di un viscerale attaccamento ai colori che trova pochi uguali nel panorama calcistico nazionale. Lui, brindisino di nascita e attaccante giramondo, legato alla nostra città da un filo tanto sottile quanto indistruttibile.
Lo sentiamo al cellulare dalla sua residenza di Lucca ed in prossimità del big-match di domani è impossibile non tornare a quel Savoia-Lecce della stagione 1995-‘96, terz’ultima di campionato.
Eupremio, grazie ad una tua doppietta l’allora matricola Savoia ottenne una sudatissima salvezza. Raccontaci come andò.
“Ho giocato oltre cinquecento partite ma di poche conservo dettagli così nitidi come quella. Per tutte e due le squadre era super importante ottenere un risultato positivo: noi per conseguire l’obiettivo salvezza senza passare per la lotteria dei play-out, il Lecce per vincere il campionato. Il clima, come era facile prevedere, era tesissimo. Loro erano una squadra piena di grossi nomi, Lorieri in porta, Zanoncelli, De Patre, Palmieri e Francioso in attacco con Ventura in panchina, grosso modo la stessa formazione che l’anno successivo con pochissimi innesti fu promossa in serie A. Giocavano praticamente a memoria. Per noi fu un match ad handicap, dopo pochi minuti una punizione di Zanoncelli, leggermente deviata da Palmieri, finì in rete. Spinti da un pubblico eccezionale, pareva quasi che la folla fosse in campo, fummo abbastanza reattivi e grazie ad una mia invenzione (splendida serpentina tra un nugolo di avversari allo scadere del primo tempo ndr), ci portammo in parità. Nella ripresa poi, quando Tisci fu atterrato in area in pieno recupero, mi toccò l’occasionissima del rigore. In quel momento mi sono sentito solo e gravato di una enorme responsabilità ma andai deciso sul dischetto. Il gol diede inizio alla festa per la salvezza acquisita e per me fu l’ultimo tassello di un già consolidato rapporto con la tifoseria che si era andato costruendo nel corso della stagione per la mia naturale generosità in campo e per il modo di mostrare un particolare attaccamento alla maglia. L’anno successivo fu splendido sia pure con l’amaro dello spareggio dell’Olimpico”.
Per molti sei ancora il “re” di Torre.
“Mi fa un piacere immenso essere ancora ricordato dopo tanti anni. Sono legatissimo a questa maglia ed a questa città ma mi accorgo anche di essere riamato con pari intensità se è vero che lo scorso anno la curva mi ha addirittura dedicato uno striscione. Una cosa bellissima che mi ha procurato una profonda emozione.”
Torniamo a quella stagione, il tuo compagno d’attacco Baldieri, nonostante una carriera prestigiosa, non diede molto alla causa.
“Baldieri, come tanti altri giocatori di quella squadra, non era più quello ammirato in serie A ma anche lui con grande umiltà sposò la causa salvezza calandosi nella categoria non tanto per l’apporto in campo ma per il grande contributo di esperienza che portò nello spogliatoio.”
Ora, come allora, il Lecce è una squadra di grandi firme. Secondo te è questa la ricetta giusta per la promozione?
“Rispetto a quando giocavo io, il livello tecnico si è abbassato anche se con questa nuova Lega Pro mi sembra che il trend si stia modificando. All’epoca quasi tutte le squadre avevano più giocatori di qualità ed anche i giovani raramente deludevano. Oggi invece bisogna coniugare diverse esigenze di carattere economico e societario e, venendo meno la C2 come fucina di giovani da valorizzare, molti club hanno pensato ad un mix generazionale dove però, in moltissimi casi, si dà sempre maggiore spazio agli under con tutte le difficoltà che possono derivare dall’avere molti ragazzi in campo. Il Lecce, nel caso specifico, è sicuramente una squadra di caratura maggiore rispetto ad altre ma dovrà lottare anche in considerazione di un girone “caldo” come quello meridionale”.
Perché hai preferito la scrivania al campo?
“Per esigenze familiari. Ho tre figli e quando ho smesso di giocare erano ancora piccoli. Il lavoro di campo mi avrebbe certamente portato di nuovo a girare per l’Italia. Non me la sono sentita e ho deciso di fare un lavoro che potesse coniugare la mia passione per il calcio con le responsabilità della famiglia. Il ruolo di agente F.I.F.A. mi piace e mi permette di essere vicino ai miei cari”.
Dunque, ci stai dicendo che se fossi chiamato dal Savoia opporresti un rifiuto?
“Premesso che ho visto il Savoia in streaming contro l’Aversa e ritengo che sia una squadra che non dovrebbe avere problemi a salvarsi. Sono del parere che i panni sporchi vadano lavati in famiglia per cui come primo consiglio suggerisco di risolvere i problemi guardandosi in faccia e discutendone. Se poi le problematiche da sciogliere dovessero essere proprio insormontabili quando e se riceverò una chiamata ufficiale la mia apertura verso Torre Annunziata sarà sempre totale. Io sono innanzitutto un tifoso del Savoia e se fossi interpellato indipendentemente da tutto sarei sempre disponibile, eventualità che non considererei per altri club.”
(Matteo Potenzieri)