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L’AVVERSARIO DI TURNO. L’Akragas Tutti i segreti degli akragantini che affilano le armi per tirare lo sgambetto alla capolista. I Rigoli-boys alla prova verità dopo la non partita di Ragusa

L'AVVERSARIO DI TURNO. L'Akragas

13-09-2013 – Il tour de force continua. Dopo il vittorioso mercoledì di Coppa, il Savoia è già concentrato sulla prossima sfida, il big match ‘televisivo’ contro l’Akragas. E sono proprio gli agrigentini a costituire l’oggetto della nostra consueta scheda del venerdì dedicata all’avversario di turno.

LA STORIA – L’Akragas calcio nasce nel 1939 e adotta la divisa color viola. E’ solo una piccola realtà del calcio locale quando, nel 1952, con la scomparsa dell’Agrigento, assume i connotati di prima squadra cittadina e veste, per l’occasione, la maglia bianco-azzurra. Due promozioni nel volgere di sei anni e, sul finire degli anni cinquanta, ritroviamo il club siciliano a calcare i campi della serie C grazie ad una decisione della FIGC dovuta a motivi di rappresentanza geografica. Sono nove i tornei in terza serie con miglior risultato un ottavo posto ottenuto proprio nella prima stagione. Seguiranno dodici anni di Interregionale intervallati da una stagione in Eccellenza dopo la retrocessione del 1976-’77, immediatamente riscattata. Nei primi anni ottanta, si vive  forse il periodo più interessante per il club agrigentino che, nel volgere di due stagioni, si ritrova in C1 con in panca un certo Franco Scoglio. Il professore tuttavia non riesce a completare il suo lavoro avvicendato, sul finire di campionato, da Bruccolieri che ottiene la salvezza con il dodicesimo posto. Secondo anno sfortunato: né Lojacono,Mujesan riusciranno nell’impresa della salvezza che sarà un miraggio anche per Arcoleo in C2. Si riparte, dunque, dalla quarta serie ma la società non ha più la forza di sostenere gli impegni economici e così, dopo l’ennesima retrocessione, arriva addirittura il fallimento. Si riparte dall’Interregionale con la denominazione Agrigento-Favara poi mutata in Agrigento hinterland che ritroverà la C2 nella stagione 1991-’92 grazie ad un doppio 3-0 rifilato al Calitri nelle finali play-off. In C2 torna anche la vecchia denominazione Akragas, ma durerà poco. Inadempienze economiche e ripetute rinunce a disputare partite porteranno la FIGC ad una doppia radiazione: per l’ Akragas Calcio srl e per la successiva A.C. Akragas Città di Agrigento. Nel 1994 si riparte dalla II categoria con la denominazione A.S. Akragas che otterrà presto l’accesso alla Promozione prima di fondersi con l’Agrigento e disputare il torneo di Eccellenza. Esaltante ma con finale amaro la stagione 2005-’06: vittoria della Coppa Italia di Eccellenza Sicilia, secondo posto nel girone di competenza, vittoria dei play-off regionali contro Enna e Nissa ma eliminazione bruciante ad opera del Fasano nella finale nazionale per l’accesso in D. Seguiranno sette stagioni sempre in Eccellenza condite da tre play-out vinti, un play-off nazionale perso in finale con il Città de la Cava e finalmente la promozione in serie D grazie al primo posto ottenuto nella scorsa stagione con dieci punti di vantaggio sul Campofranco.

I PRECEDENTI – Sono quattro i precedenti con l’Akragas a Torre Annunziata, tutti in serie C. Tre vittorie ed un pareggio lo score. Il primo incontro, all’allora Comunale, si giocò nel 1965. Il Savoia è appena approdato alla terza serie e deve vedersela con squadre  del tenore di Salernitana, Sambenedettese, Ascoli, Bari, Lecce, Taranto. Il timone societario è passato dalle mani di Russo a quelle di Franco Faraone Mennella, coadiuvato da dirigenti del calibro di Prisco, Gogna, Pignataro e Manzo, tanto per citarne alcuni. In panca il duo Giglio-Blason. In campo Genisio, Padovani, Roi, Da Dalto, Bechelli, Berlasso, Bertossi e, per un scampolo di torneo, anche Luigi Farinelli che riaffronterà i siciliani qualche anno dopo da presidente. Finisce male l’avventura in campionato. I torresi sono costretti allo spareggio salvezza con il Nardò al Flaminio di Roma. Quindicimila cuori bianchi e un nuovo binomio in panca, Spartano-Lopez, non bastano. Si torna in serie D. Con l’Akragas, però, è vittoria: 1-0.Ventisette anni dopo, in C2, il 2-0 di Pepe e Margiotta non basta agli uomini del presidente Immobile a salvare la categoria. Esiziale lo svantaggio negli scontri diretti con il Siracusa.Nel 1993, sempre in C2, il sonoro 5-1 (tripletta di Marino, Irrera e Amato), è uno dei pochi sorrisi di una tormentata stagione che si chiude con la retrocessione in quarta serie ancora a capo di uno sfortunato spareggio, stavolta con il Licata, perso per 1-0. Sarà poi la Lega a restituire dignità ai bianchi con il ripescaggio che permetterà a Zurlini prima e De Canio di  archiviare una stagione senza sussulti. Con i biancoazzurri fu pareggio, 1-1, gol di Masìa. Quel campionato però, fu fatale ai siciliani cui toccò bere l’amaro calice della serie D, non già sul campo dove ottennero un buon sesto posto, bensì per alchimie contabili poco gradite alla Lega.

I NUMERI DI STAGIONE – Sono sei i giocatori riconfermati da mister Rigoli per il torneo di serie D. Il difensore Vindigni, i centrocampisti Aprile, Pellegrino, Caci e Bonaffini, l’attaccante Arena. Di grande spessore la campagna acquisti. Nella Valle dei Templi arrivano i portieri Valenti, dal Licata, e Zelletta dalla Vigor Lamezia; l’esterno di difesa  De Rossi, ingaggiato dalla Primavera del Perugia, l’under Fontana proveniente da Ragusa. Da Messina arrivano in cinque: il difensore Chiavaro, il fantasista Savanarola e l’attaccante Cocuzza sponda ACR Messina, il mediano Assenzio ed il bomber Saraniti, sponda Città di Messina. Ottimo colpo anche quello del mediano Giuffrida, nelle ultime tre stagioni con i bianco verdi del Lamezia. Imminente anche l’acquisto dell’ivoriano di nazionalità francese Yepie, un difensore ’94 con esperienze nel Chievo Verona.

L’Akragas di Rigoli ha sempre vinto nelle partite ufficiali fin qui disputate: 2-4 al Ragusa nel primo turno di Coppa Italia Dilettanti, 4-3 al Licata nel secondo turno, 0-1 al Pomigliano in avvio di campionato e 3-0 ancora al Ragusa domenica scorsa. Il tecnico siciliano adotta preferibilmente il 4-3-3 e gli addetti ai lavori la collocano come una delle più serie antagoniste per la vittoria finale.

SARANITI – Abbiamo ascoltato Saraniti, gemello del gol di Filippo Tiscione, lo scorso anno a Messina.

Domenica lo ritroverà da avversario. Cosa gli dirà?

“Più che altro credo che scherzerò con lui anche per abbassare la tensione di una partita che si preannuncia molto stimolante”.

Avete preso strade diverse per raggiungere lo stesso obiettivo.

“Si, in effetti devo dire che sia noi che il Savoia siamo allestite per la vittoria finale e l’inizio di stagione lo sta dimostrando, se è vero che in tutte le partite ufficiali sia noi che i bianchi abbiamo sempre vinto. Ritengo però, che a lottare per la promozione non ci siamo solo noi ma anche Cavese, Agropoli e Battipagliese anche se per quest’ultima ci sono stati un po’ di problemi”.

Che partita vi attendete?

“Sarà certamente un bel match, una partita importante. Il Savoia, da quello che ho visto, ama giocare a viso aperto un po’ come noi quindi, sicuramente, ci divertiremo in campo e, spero, anche sugli spalti”.

Ci saranno le telecamere Rai, uno stimolo o un impaccio?

“Conoscendomi e conoscendo i compagni, saranno senz’altro uno stimolo a dare il meglio di noi stessi, davanti a parecchie migliaia di telespettatori  nessuno vorrà fare una brutta figura. La stessa cosa, ne sono certo, accadrà anche per i nostri avversari. Aspettatevi uno spettacolo”.    

(Matteo Potenzieri)





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