29-06-2013 – Corsi e ricorsi di storia calcistica. Il mese di giugno rappresenta, nell’ultracentenaria presenza oplontina, un periodo cruciale. Rivoluzioni societarie e gioie sul campo hanno reso il sesto mese dell’anno quello più emozionante di tutti. Sono quattro le date che ci riportano ad un recente passato che scopriamo per voi.
GIUGNO CRUCIALE – Partiamo dalla ‘fine’. E’ il 26 scorso quando dopo tre anni i soci torresi si defilano definitivamente, lasciando tutto nelle mani del neo patron Lazzaro Luce. L’esperienza di Verdezza ed amici era cominciata nel 2010, manco a dirlo, nel mese di giungo, esattamente il 19, allorquando un gruppo di 10 ‘coraggiosi’ decise di restituire la prima squadra cittadina alla città. Così l’Atletico Savoia, nato dieci anni prima chiuse la sua esperienza per diventare F.C. Savoia e cancellare l’onta del 14 novembre 2009 con il ritiro dal campionato di Eccellenza della squadra e la conseguente cancellazione dall’organico F.I.G.C. Ma non solo per le ‘rivoluzioni’ societarie è ricordato giugno. La memoria dei tifosi si illumina quando torniamo indietro al 25 giugno 1995. E’ la data della promozione in C2 della truppa guidata da un giovane Gigi De Canio. Allo ‘Zaccheria’ di Foggia i torresi si impongono sulla corazzata Matera per 2-1 con reti di Lunerti e Donnarumma. Bisognerà attendere altri quattro anni per un’altra fortissima emozione. 13 giugno 1999 il palcoscenico cambia, la gioia no. Siamo al ‘Partenio’ di Avellino, si gioca la finalissima per approdare in B. Di fronte i ‘cugini’ di Savoia e Juve Stabia (allora con le tifoserie gemellate). I bianchi di Osvaldo Jaconi si impongono con un secco 2-0 grazie a Masitto e Nocerino. Dopo cinquant’anni il Savoia torna in cadetteria.
ADDIO CON RAMMARICO – Torniamo a qualche giorno fa. Al comunicato con il quale l’ex presidente Raffaele Verdezza annuncia il suo disimpegno dal Savoia, con lui gli altri soci torresi, rimasti dalla diaspora che li aveva caratterizzati negli utlimi tempi. Pino Caiazzo a dicembre 2010, Langella ad inizio dello scorso campionato, Paquale Vitter (le quote sono detenute dal fratello Giovanni) a novembre 2012 dopo l’esonero; Palomba, Sacco e Giovanni Vitter il 5 marzo scorso; Salvatore, Maia, Ciro Caiazzo e Contieri (entrato pochi mesi prima) gli ultimi usciti in ordine di tempo.
A bocce ferme abbiamo ascoltato Verdezza che esprime una serenità mista a rammarico per ciò che ha portato alla sua decisione.
“Diciamo che ho staccato la spina. Abbiamo vissuto una stagione a dir poco tribolata ed in me era maturata, da tempo, la volontà di lasciare. Ma averlo fatto così come è accaduto mi ha lasciato l’amaro in bocca”.
Ci spieghi meglio.
“Ho il rammarico di non essere riuscito a compattare il territorio. Purtroppo abbiamo avuto da sempre qualcuno che ci ha remato contro e questo ha reso ogni cosa molto più difficile. Mi rendo conto che quando uno opera è oggetto di pregiudizi e, perché no, invidia ma gli attacchi cui io e gli altri soci siamo stati sottoposti nell’ultimo periodo vanno al di là di ogni naturale comprensione”.
I SUCCESSI DEI TORRESI – Verdezza rivendica la gestione della cordata ex Atletico. La sua presidenza è durata quasi tre anni, quando nel dicembre 2010 prese il posto del dimissionario Pino Caiazzo, uscito per dissapori con qualche altro socio.
“Abbiamo vinto due campionati, conquistato la Coppa Italia, ripreso il logo AC SAVOIA 1908 dalla curatela fallimentare, riportato il Savoia in D. Ditemi voi se questi non sono punti d’orgoglio. Punti che nessuno potrà mai cancellare”.
IL MEA CULPA DI VERDEZZA – L’ex presidente ammette che parte della situazione che si è venuta a determinare è stata ‘colpa’ degli stessi soci.
“Purtroppo lo spirito con il quale avevamo iniziato quest’avventura, con il passare del tempo, è scemato. E così qualcuno, per eccesso di protagonismo, ha messo in seria difficoltà tutti. Venute meno le certezze economiche siamo stati costretti a guardarci intorno. Prima Contino, adesso Luce”.
LA MISSION E’ TERMINATA – Verdezza approfondisce il suo ultimo concetto parlando di Lazzaro Luce.
“Il nostro principale obiettivo era quello di assicurare una continuità al Savoia. Dopo l’onta del secondo fallimento, Torre si è fermata a riflettere e quando nell’estate 2010 ci siamo fatti coraggio ed abbiamo deciso, nonostante la contrarietà di parte della gente, di rilevare il titolo Fc Savoia, l’abbiamo fatto per un atto d’amore nei confronti della nostra città. In quel momento ci siamo dati una mission ben precisa: non vivere più delusioni degli ultimi anni. Ed oggi posso affermare, senza tema si smentita, che abbiamo avuto ragione. Aver traghettato la società nel porto sicuro rappresentato da Lazzaro Luce è il massimo cui potessimo puntare. Luce è il presente ed il futuro del Savoia. E’ una persona di grande esperienza e capacità, entusiasta della piazza. Si è circondato di uno staff di prim’ordine. I tifosi devono seguirlo e stare sempre dalla sua parte. Con Luce al comando il Savoia tornerà grande ed io potrò divertirmi e gioire a guardarlo dalla tribuna”.
(Giovanni Caracciolo)