27-06-2013 – Eccoci alla seconda parte dell’intervista/confessione che il patron Lazzaro Luce (nella foto) ha concesso a SOLOSAVOIA.IT. Dopo la rivoluzione di ieri, con l’addio dei soci torresi e l’acquisizione dell’intero pacchetto societario dell’ex presidente del Gladiator, assumono ancor più valore le parole di Luce che svela i suoi sogni e le sue aspettative con l’Amministrazione comunale. Naturalmente non manca la chiusura dedicata al mercato.
LUCE E STARITA, SUBITO L’INTESA – Approfondiamo con il patron il suo rapporto, nato da poco ma subito sotto i migliori auspici, col sindaco Starita.
“Ho trovato in lui una persona estremamente cordiale ma attenta ai problemi della sua comunità. Abbiamo trascorso un paio d’ore in assoluta cordialità. A dire il vero sono stato io a rompere il ghiaccio quando ho detto al sindaco che lo capisco benissimo perché, da giovanotto, sono stato anch’io amministratore. Il suo compito è molto complicato ma ritengo che sia ben disposto nei confronti del Savoia avendo individuato nella crescita della squadra, elemento di riscatto sociale ed orgoglio per Torre”.
Non è certamente facile far corrispondere i vostri interessi. Pubblico e privato, la burocrazia di un Ente locale con il pragmatismo di un imprenditore, momenti diametralmente opposti, eppure una sintesi va trovata. Come si colloca il Giraud in questa, a primo impatto, difficile sintonia?
“Abbiamo le idee ben chiare e molto presto cominceremo con i lavori alla struttura che rappresenteranno solo il primo step verso una sempre più costruttiva collaborazione che, nel rispetto dei ruoli e degli interessi reciproci, possa restituire allo stadio il suo splendore”.
COMUNE SPONSOR – Luce ha detto qualcosa in più al sindaco.
“Ho espresso il mio sogno. Sarebbe bello leggere sulle maglie, anziché i soliti sponsor, il nome CITTA’ DI TORRE ANNUNZIATA. Sarebbe un modo per esportare, per il tramite della squadra, il modello Torre come eccellenza e non più in veste negativa. Il sindaco ha apprezzato questa mia proposta, di certo ne riparleremo. Mi piacerebbe tanto costruire qualcosa di importante in una città operosa e ricca di tradizioni come questa, nella quale il calcio vissuto fino a ieri come una problematica, oggi con me è una sicurezza in più”.
Remare tutti dalla stessa parte. Sarà l’arma vincente del progetto Savoia. Luce ne è convinto.
“I successi non nascono mai da soli. Ci vuole organizzazione e buon senso. Ecco perché sono convinto che alla base delle future gioie sarà necessario creare, come premessa, una forte ed indissolubile relazione d’intenti tra società, Comune, tifosi e stampa. Ognuno nei propri ambiti dovrà guardare fisso verso l’unico obiettivo: il Savoia protagonista. In questo modo le vittorie verranno senza patemi”.
SOCIETA’ MISTA COL COMUNE – Arriva una proposta molto interessante, anticipata al sindaco.
“Ho pensato che come succede già in altre parti, mi viene in mente il Legnano, il Comune possa acquisire una quota di partecipazione del Savoia, costituendo così una società mista pubblico/privato. In questo modo si potranno condividere i traguardi auspicati con maggior forza e visibilità. Per ora è un’idea e non è detto che resti lettera morta”.
LUCE E IL MERCATO – Proseguiamo nella lunga ‘confessione’ di Luce con un passaggio sulla campagna di rafforzamento che il diesse Simonetti sta conducendo con grande maestria.
“Sono molto soddisfatto del lavoro di Simonetti. Uno dopo l’altro stiamo raggiungendo gli obiettivi che ci siamo prefissi. Posso dire che siamo al 95% sul discorso under e quasi alla perfezione per gli over. Ci manca una punta. Peccato che Mosciaro abbia declinato il nostro invito. Ha scelto di restare a Cosenza, rispetto la sua decisione, un po’ come hanno fatto Guarro e Scarpa con Torre Annunziata. Queste sono belle pagine di calcio perché mettono in evidenza gli uomini ancor prima che i calciatori. Perso Mosciaro già siamo su altri obiettivi per mettere mister Feola nelle migliori condizioni di operare. Io ho chiesto all’allenatore di vincere il campionato, sto facendo di tutto per metterlo in grado di riuscirci”.
(Giovanni Caracciolo)