05-06-2013 – I tifosi hanno vinto. In un martedì fondamentale per il futuro dei bianchi si sono registrati due momenti fondamentali: il comunicato congiunto dei gruppi ultras e l’uscita di scena della cordata Giugliano. Due eventi concatenati, uniti tutti da un unico filo: la città vuole Lazzaro Luce (nella foto) alla presidenza del Savoia, l’ha scritto nero su bianco ed il messaggio è stato recepito. Colpi di scena a ripetizione sui quali abbiamo ricevuto una esaustiva riflessione dall’imprenditore casertano che, come sempre, non si sottrae alle domande e chiarisce la sua posizione.
TIFOSI COMMOVENTI – Il primo passaggio di Luce riguarda il cuore degli ultras.
“Quando ho letto il loro comunicato mi sono commosso. E’ stato un orgoglio leggere quelle parole. Non è da tutti ricevere un simile attestato di stima da un pubblico così caloroso. Questa loro presa di posizione mi ha ulteriormente convinto di aver fatto la scelta giusta. Lo dico senza piaggeria: è per i tifosi che ho deciso di venire a fare calcio a Torre Annunziata. E già mi sento in debito nei loro confronti, sono davvero impagabili”.
NESSUN CONFRONTO – Quando chiediamo a Luce di commentare l’uscita di scena di Giugliano che si è tirato fuori dalla scalata al Savoia, dopo aver preso atto della volontà della tifoseria oplontina, il futuro patron dei bianchi reagisce con una sonora risata.
“Scusatemi ma questa situazione mi fa ridere. Essere messo in competizione con Giugliano è deprimente per il sottoscritto. Non fatemi aggiungere altro ma Lazzaro Luce è un altro tipo di persona”.
L’ARTE DELL’ATTESA – Giriamo a Luce la preoccupazione che anela, in queste ultime ore, tra la tifoseria oplontina, espressa, tra l’altro con il comunicato di ieri.
Ritiene che il passare del tempo possa far diminuire la sua ‘passione’ per i bianchi mettendo a rischio la sua volontà di venire a Torre?
“Assolutamente no. I tifosi possono stare più che tranquilli. Io sono una persona paziente, so aspettare, convinto che il tempo mi darà ragione. Si figuri che ieri ho passato l’intera giornata con Simonetti (futuro direttore sportivo ndr) e Feola (il tecnico scelto per guidare i bianchi come anticipato dal nostro sito ndr) per pianificare il prossimo campionato. Ho incontrato alcuni calciatori dalla Sicilia (Tiscione ndr) e da Roma per verificare la loro volontà di far parte di questo progetto”.
IL MERCATO – Approfittiamo dell’assist di Luce per rivolgergli qualche domanda sul mercato.
“Io sono per il rispetto dei ruoli. Nella mia vita non ho mai prevaricato nessuno. Pertanto sarà Simonetti a scegliere, d’intesa con Feola, i giocatori. Semmai me li anticiperanno per ascoltare il mio pensiero ma io non entro nelle scelte tecniche”.
Qualche anticipazione?
“Nel vostra intervista a Simonetti siete stati già molto bravi ad ottenere qualche indiscrezione. Il direttore è, generalmente, molto abbottonato, anche se stavolta si è lasciato andare. Posso solo dire che porteremo, come avete giustamente indicato, molti giocatori che abbiamo avuto già quest’anno. Voi li avete definiti, la ‘colonia Gladiator’, io la cambierei in ‘colonia Luce’ per evidenziare che questi calciatori, ormai, fanno parte integrante della mia azienda e li porto con me ovunque”.
Molto interessante il passaggio sugli under.
“Dovete sapere che è semplice arrivare a grandi nomi. Quelli sono giocatori che si conscono, che hanno ingaggi elevati. Il vero problema è individuare i giovani capaci di fare la differenza. Non dimentichiamo che da quest’anno ci vorrà anche un ’95. Non a caso nello scorso campionato uno dei nostri punti di forza è stato legato alla esatta individuazione degli under. Da Maiellaro a Mocerino, da Pastore a Schettino, abbiamo tirato su ragazzi di grandissimo valore”.
LUCE RIVENDICA – Il patron ex Gladiator chiude con un ulteriore passaggio sullo stallo societario.
“Non conosco personalmente Contino ma voglio solo dirgli che il sottoscritto quando ha lasciato l’Ippogrifo ed adesso il Gladiator non ha mai chiesto nulla per andare via. Anzi, a Sarno ho lasciato 4mila euro, a Santa Maria ho pagato il titolo 75mila euro ed in due anni ho speso la bella cifra di 2 milioni di euro. Eppure non ho chiesto nessuna buonuscita. Non comprendo come si possa pensare di lasciare una società indebitata e per di più chiedere anche soldi. Che se lo mettano tutti nella testa, io non mi chiamo ‘Giocondo’ e non intendo buttare i miei soldi dalla finestra. Per questa ragione preferisco fare un sacrificio per rinforzare la squadra piuttosto che pagare qualcosa cui non sono tenuto. E’ un concetto che i soci torresi sanno benissimo, da loro mi attendo che risolvano la questione con il loro socio avellinese”.
(Rodolfo Nastro)