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CONTINO VS LUCE. Savoia, quale futuro? E' scontro totale. Il patron: "Non cedo le quote gratis", l'ex presidente del Gladiator: "Ci sono debiti per oltre 100mila euro, non intendo pagare da solo"

CONTINO VS LUCE. Savoia, quale futuro?

30-05-2013 – Contino/Luce: è muro contro muro. Il Savoia rischia grosso, diciamolo subito a scanso di equivoci e di fraintendimenti. Il giorno dopo la ‘rivoluzione di maggio’ con il comunicato di disimpegno del patron avellinese e le prime significative dichiarazioni rilasciate da Luce al nostro sito, abbiamo deciso di ascoltare i protagonisti di questa intricata vicenda societaria per chiarire il punto fondamentale: i debiti e l’accollo degli stessi collegati al passaggio delle quote. Contino, Luce e Verdezza non si sono sottratti al fuoco di fila delle nostre domande ed hanno risposto in maniera netta, aprendo, però, un pericoloso squarcio sul futuro sul quale bisogna intervenire con celerità per evitare il peggio.

VERDEZZA – Il presidente torrese ieri ha avuto altri incontri con gruppi di tifosi per spiegare quanto detto con Luce. Il commercialista oplontino chiarisce.

“Non prevedo ci sarà un incontro tra Luce e Contino. L’unico momento nel quale potranno scambiarsi qualche pensiero sarà dal notaio per il passaggio delle quote. D’altronde non credo che Luce debba pagare le quote societarie considerato che lo stesso Sergio non lo ha fatto. Sui debiti sarà il nuovo socio a prendersene carico. E stiamo parlando di meno di 40mila euro”.

Verdezza conferma l’uscita della componente torrese.

“Ho già detto a Luce che non resterò in società. Semmai sottoscriverò qualche abbonamento sostenitore e la domenica vedrò la partita dalla tribuna. Ritengo che anche gli altri amici torresi si defileranno perché ormai il progetto non ci appartiene più. La nostra cordata ha già fatto tanto traghettando il Savoia in D ed ora si appresta a cederlo, totalmente, ad un imprenditore che potrà assicurare un grande futuro”.

LA FURIA DI CONTINO – Probabilmente Verdezza ha fatto i conti senza l’oste. Ce ne accorgiamo subito quando chiamiamo il socio uscente, Sergio Contino, ancora scottato dall’intera vicenda.

“Non capsico come Verdezza abbia potuto dichiarare al vostro sito che non ha avuto tempo di avvisarmi dei contatti avuti con Luce. Questo mi fa capire che c’era un disegno ben preciso da parte dei soci torresi alle mie spalle per estromettermi dal Savoia. Sono davvero deluso così come non capsico perché il presidente Luce non mi abbia avvisato del suo interessamento per il club”.

Veniamo al punto cruciale. Luce ha affermato che non intende versare nulla per rilevare le quote. Qual è la sua replica?

“L’ho scritto ieri sul comunicato. Io metto a disposizione le mie quote ma, ovviamente, voglio essere pagato. Non regalo niente a nessuno. Due sono le alternative: O Luce, o chi per esso, verrà da me e sborserà quanto richiesto, che per ora non anticipo, per il passaggio della mia parte, oppure il sottoscritto non iscriverà il Savoia al prossimo campionato. Tutto qui. Mi sento tradito da una parte della città ed in questa vicenda ci ho rimesso. Avevo ingaggiato Erra, avevamo già visionato il ritiro e bloccato i giocatori. Sul più bello sono stato colpito alle spalle. E non tornerò sui miei passi”.

Proprio ieri abbiamo ascoltato Erra.

“Mi dispiace non poter più venire. Sono convinto che avremmo fatto un gran campionato, avevo sposato il progetto di Contino e Dionisio e non vedevo l’ora di mettermi in corsa per il Savoia. Si era operato d’anticipo bloccando i giocatori che avevo chiesto. Davvero un peccato”.

L’OUT OUT DI LUCE – Il patron dimissionario del Gladiator ieri sera ha consegnato il titolo sportivo al sindaco di Santa Maria Capua Vetere. Un passo decisivo verso l’addio dalla città sammaritana. Ma per Luce i presupposti per approdare a Torre sono legati a paletti ben definiti. Prima però l’imprenditore casertano vuol puntualizzare la sua posizione.

“Ieri ho ricevuto tante telefonate dai tifosi del Gladiator. Sono stato accusato di averli traditi così come avrei fatto con l’Ippogrifo Sarno. Questo non mi sta bene e vi spiego il perché. A Sarno, in Eccellenza, rilevai un squadra che non aveva nulla. Il 13 agosto eravamo in sette ed il 27 iniziammo il campionato. Lottammo fino alla fine, vincendo la Coppa Italia e chiudendo al secondo posto. Il problema era che a Sarno c’era un’altra squadra, la Sarnese, e quando perdemmo lo spareggio con i ‘cugini’ non c’era più motivo di restare ed io regalai il titolo e pagai anche l’iscrizione al campionato”.

Poi è arrivato il Gladiator.

“Ho trascorso due anni intensi, abbiamo regalato alla città tante soddisfazioni ma, obbiettivamente, come si fa a progettare qualcosa quando non hai uno stadio a disposizione e la domenica ci sono solo 50 paganti e 15 abbonati? Io voglio vincere e per questo ho deciso di lasciare i nerazzurri per venire a Torre, una piazza che vive di calcio da oltre un secolo”.

LA QUESTIONE DEI DEBITI – Entriamo nel vivo del discorso. Luce ci conferma che Verdezza gli ha consegnato le scritture contabili.

“Ho ricevuto tutta la documentazione ed oggi avrò una new diligence con i miei esperti contabili per verificare tutto quanto riportato in bilancio che andremo ad incrociare con i dati tributari, fiscali e bancari, al fine di poter estrapolare l’effettiva esposizione societaria. Io sono un imprenditore, non un avventuriero ed è chiaro che non posso entrare a scatola chiusa”.

Dai primi controlli cosa risulta?

“Il Savoia è una società indebitata, diciamolo subito, a scanso di equivoci. Dai dati di bilancio emerge che l’esposizione sui aggira intorno ai 37mila euro. Fin qui nulla questio ma il problema riguarda le tre mensilità arretrate che vantano i calciatori, tutti compensi dichiarati in Lega, pertanto a rischio vertenza qualora non fossero corrisposti, con conseguenti multe e punti di penalizzazione”.

Ci quantifichi questa ulteriore problematica.

“Siamo intorno ai 75mila euro. E questo è il punto dolente perché io non ho alcuna intenzione di entrare nel Savoia e caricarmi oltre 100mila euro di debiti. Vorrà dire che una parte sarà di mia competenza, l’altra dovrà essere Verdezza a sostenere un sacrificio. Tutto ciò fermo restando che confermo di non avere alcuna intenzione di pagare le quote a Contino”.

Parole forti, fortissime e chiare che ci auguriamo trovino una soluzione positiva per il bene del Savoia e di tutta la tifoseria. Sarebbe davvero il caso che le parti interessate, anzichè accusarsi reciprocamente a distanza, si incontrassero per mettere da parte incomprensioni ed ostilità al fine di trovare una via d’uscita  pacifica e comune che faccia tramontare qualsiasi nube sul futuro del Savoia. Questa città, questa tifoseria, già troppe volte ci ha rimesso e non è giusto ‘giocare’ con una passione ultracentenaria.

(Rodolfo Nastro)





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