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IN e OUT. Il pagellone di fine anno Top e flop di questa annata. Poche sufficienze, Guarro il migliore. Il 'comandante' Amura conduce la nave in porto tra le tempeste societarie

IN e OUT. Il pagellone di fine anno

20-05-2013 – Dopo aver analizzato, con il consueto pagellone del lunedì, le prestazioni dei giocatori nelle singole gare di campionato, è arrivato il momento di tirare le somme. A conclusione del girone d’andata avevamo dato i voti a tutti. Per il cammino svolto nel girone di ritorno, abbiamo preferito valutare le prestazioni dei singoli reparti, senza dimetnicare l’operato di tecnico e società.

LA DIFESA 4,5 – La retroguardia è stato il reparto che più di tutti ha sofferto. Tanti, troppi i gol subiti dalla difesa, ben 53, di cui 32 nel girone di ritorno, che ‘piazzano’ il Savoia al terz’ultimo posto delle squadre più perforate, dopo Nissa ed Acireale, ultime due della graduatoria. Come dire: se il Savoia fosse dipeso dal reparto arretrato, oggi si troverebbe a giocare i play-out. Nell’analisi dei singoli abbiamo individuato top e flop. La palma di migliore spetta al capitano Antonio Guarro che con i suoi 14 gol è il capocannoniere della squadra. Una spanna e più su tutti gli altri, il fluidificante torrese è da annoverare quale miglior calciatore del Savoia 2012/13. Il resto, purtroppo, racconta di molte insufficienze. Under al di sotto dello standard, con i due portieri vera spina nel fianco. Loccisano, Catalano e Vitiello non ricorderanno certo questa stagione come esaltante. Unica sufficienza nel reparto è di Mimmo Pallonetto.

IL CENTROCAMPO 6 – E’ stato il reparto più equilibrato che, tutto sommato, ha tenuto con una certa costanza l’intera stagione. Hanno spiccato Simone Fontanarosa (2 gol in stagione) che non fosse stato per l’infortunio, di sicuro, avrebbe conteso il ruolo di migliore dei suoi a Guarro. Bene anche Viscido, Di Capua e Nasto con quest’ultimo che ha avuto l’improbo compito di sostituire Fontanarosa nella parte finale di stagione. A centrocampo non abbiamo individuato nessun flop.

ATTACCO 5 – Gioie e dolori per il reparto che avrebbe dovuto dare quel tocco in più per raggiungere i play-off. I numeri dicono che con i suoi 54 gol il Savoia ha registrato il quarto miglior attacco del campionato dopo le corazzate Cosenza, Acr Messina e Città di Messina. Una lettura superficiale di questo dato dovrebbe assegnare un bel 7 a questo reparto ma la realtà è stata ben diversa. A cominciare dal goleador principe della squadra, quel Guarro, difensore di fascia. A questo si aggiungono le 11 reti di compagni di altri reparti. Promossi solo in tre: Savarese, Malafronte e Padulano, per il resto troppo sotto la media, con Sebastian Vicentin che non ha dato quanto si sperava in termini di reti, solo 5, con il suo predecessore Incoronato con per aver siglato sei gol era stato messo sul banco degli imputati. Presto fatto la società ha deciso di privarsi del tanque.

GLI UNDER 5 – Discorso a parte lo meritano gli under. La regola che obbliga le squadra a schierare, obbligatoriamente, quattro giocatori tra i 19 ed i 21 anni ha fatto sentire il suo peso in casa Savoia. Solo in due si sono messi in evidenza e ci riferiamo a Fontanarosa (’92) al suo ultimo anno quale under e Padulano (’94) giunto nel mercato di riparazione dall’Ischia. Manfrellotti con i suoi 4 gol è stato discontinuo, scomparendo alla distanza. Il resto racconta di insufficienze evidenti con nessuno degli altri  giovanissimi che sarà confermato per la prossima annata.

L’ALLENATORE 6Salvatore Amura aveva da raggiungere un obiettivo: la salvezza. Ci è riuscito. Questo il dato oggettivo dell’esperienza dell’ex capitano del Savoia promosso in C1. Ma andando più a fondo nei sette mesi e mezzo di permanenza del tecnico subentrato a Vitter, non possiamo fare a meno di notare come Amura abbia rilevato una squadra nel pieno della zona play-off e salvarla sarebbe stato il traguardo minimo. Gli spareggi promozione un ‘atto dovuto’, ma quelli non sono arrivati per volontà della società che ha voluto evitare ulteriori esborsi economici, preferendo concentrarsi sulla prossima stagione.  Va dato atto ad Amura di aver compiuto, comunque, un mezzo miracolo, perché i risultati non vengono da soli e il delicato equilibrio dello spogliatoio e le continue diatribe tra soci non hanno rappresentato il miglior viatico per poter allenare con tranquillità. Anzi, il tecnico ha fatto da parafulmine di tutto ciò che avveniva fuori per tenere lo spogliatoio indenne. La tensione è rimasta alta fino alla vittoria sul Licata poi c’è stato il crollo mentale di una squadra che, a salvezza raggiunta, ha continuato solo per onor di firma, inanellando cinque, mortificanti, sconfitte consecutive.

LA SOCIETA’ 5 – La dirigenza non merita la sufficienza. Sembra che i soci abbiano fatto di tutto per non far stare tranquillo l’ambiente. Dall’esonero di Vitter all’attuale scontro sui libri contabili. Si è assistito ad una vera e propria escalation di tensioni, inutili e superflue che hanno rischiato di compromettere la salvezza. In quest’arco temporale la società non ha fatto mancare le sua ‘chicce’, come sottacere alla figuraccia di non far giocare ad Ischia, lo scorso 6 aprile, la squadra juniores per mancanza di soldi o questione di principio da parte di qualcuno. Oppure, nel pieno degli sventolati play-off da parte della dirigenza, decidere di far partire la squadra per la decisiva trasferta di Messina, la domenica mattina (l’episodio si sarebbe ripetuto due settimane dopo a Rende). Di chi le responsabilità? Contino, Verdezza o di qualche altro, non ci interessa. Il Savoia è uscito con le ossa rotte da questa pessima gestione e questo non dovrà più accadere. Questo vessillo va rispettato da tutti.

 

(Redazione)





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