16-05-2013 – A stagione ormai chiusa raccogliamo lo ‘sfogo’ di un grande ex dei bianchi, uno di quelli che nell’epurazione dello scorso dicembre ha sofferto di più, legato com’è alla città, alla maglia. Stiamo parlando di Ciro Ianniello (nella foto). Sei stagioni con i bianchi, in tre diversi momenti. Tanti i ricordi, dalla grandi vittorie alle cocenti delusioni ma quanto accaduto nell’ultimo mese del 2012 al fantasista non va proprio giù. Le parole con le quali Sasà Amura si è ‘confessato’ a SOLOSAVOIA.IT (clicca qui) gli hanno fatto davvero male. Per questo, in punta di piedi, come da suo costume, ci ha chiesto di poter replicare e chiarire a tutto quanto si è detto in questi mesi sul suo conto.
LA RISPOSTA AD AMURA – La prima ‘dedica’ di Ianniello è per Sasà Amura.
“Il mister ha sbagliato a dire quelle parole. Non potete immaginare quanto mi abbia fatto male leggere sul vostro sito che lui sia stato tra gli artefici della mia ‘cacciata’. E pensare che ci diceva sempre che non ne sapeva niente e tutto quello che stava accadendo era, unicamente, una decisione della società. Più di una volta io e Gianluca (Esposito ndr) lo abbiamo difeso nello spogliatoio con gli altri compagni. Pur se eravamo molto legati a mister Vitter, il nostro impegno doveva essere rivolto alla maglia e per questo dovevamo seguire le direttive del nuovo tecnico. Confesso che in quel momento ho creduto alle sue parole ma quando ho letto il contrario, mi si è raggelato il sangue”.
LE RAGIONI DELL’ADDIO – L’ultimo suo giorno con il Savoia è stato caratterizzato da una serie di tentativi per trattenerlo. Dionisio e Verdezza hanno cercato di convincerlo a restare. Gli stessi compagni, capitan Guarro in testa, gliel’hanno chiesto ma lui aveva preso una decisione diversa.
E con estrema serenità, a distanza di cinque mesi, ce ne parla.
“Il giorno prima del mio addio ho incontrato il presidente Contino. In quella sede gli ho detto che ero disposto a ridurmi l’ingaggio pur di restare ma lui mi ha risposto che, ormai, io non facevo più parte del progetto e che sarei stato tra i giocatori esclusi dallo spogliatoio. Mi sono sentito colpito nell’orgoglio ed in quel momento ho preso la più difficile e sofferta decisione della mia vita sportiva: lasciare il Savoia”.
Per Ianniello il Savoia del dopo epurazione si è indebolito.
“L’obiettivo della società era quello di risparmiare, per questo sono stati individuati giocatori con ingaggi elevati. Non solo io e Gianluca ma anche Giraldi ed Incoronato non potevano più far parte del Savoia perché costavano troppo, altro che spogliatoio contro. L’unico costo lo hanno sostenuto per Vicentin, poi hanno risparmiato su tutti i fronti. Non entro nel merito di quella decisione. Sta di fatto che i play-off con quella squadra sarebbero stati raggiunti”.
IANNIELLO E I TIFOSI – Il pensiero più affettuoso di Ciro è per i tifosi.
“Ricordo ancora le lacrime con gli ultras che mi sono venuti a salutare. Sono stato sempre legatissimo alla gente di Torre, per me indossare la maglia del Savoia ha costituito un onore che porterò sempre con me. Mi sento un torrese d’adozione e quando penso al Savoia mi viene ancora il magone. Auguro davvero alla città di tornare nel grande calcio perché non è giusto continuare a navigare a vita nell’inferno dei dilettanti”.
L’ultimo saluto Ianniello lo riserva al suo ex tecnico.
“Rivolgo un caloroso e riconoscente saluto a mister Vitter. Per me è stato un padre. E’ un bravo allenatore ed un grande uomo, ha fatto tanto per il Savoia. Onestamente non mi sento di dire le stesse cose per Amura, ma questo è un mio pensiero”.
(Rodolfo Nastro)