12-05-2013 – Il sorriso arriva dai giovani. Dopo una stagione tormentata in casa Savoia, in attesa dei primi segnali di ‘schiarita’ nei rapporti societari e con l’Amministrazione Comunale, ieri pomeriggio il popolo oplontino ha potuto gioire per il successo ottenuto dalla Rappresentativa del Girone ‘I’ che si è aggiudicata il XXXI Torneo Nazionale Giovanile della D, superando in finale 5-4 (1-1 i tempi regolamentari), dopo i calci di rigore, i pari età del girone ‘G’. Nelle fila dei campioncini Fabio Padulano, Sabatino Catalano e Sasà Manfrellotti, con quest’ultimo che non ha potuto prendere parte alla finalissima per l’espulsione rimediata nella semifinale (il giovane attaccante aveva comunque segnato due gol decisivi nelle precedenti esibizioni). Abbiamo ascolto i due protagonisti in campo nell’ultimo match che ci hanno confessato le emozioni vissute in questo torneo, riflettendo sul campionato appena concluso e sul proprio futuro.
CATALANO – Il difensore centrale, protagonista di una stagione altalenante, sempre titolare nelle quattro gare del torneo giovanile, afferma.
“E’ stata un’esperienza fantastica, indimenticabile. E’ stato bellissimo arrivare in finale e vincere. Per me è la prima vittoria in una rappresentativa e la ricorderò per sempre. Giocare poi in diretta televisiva vi assicuro è qualcosa di molto particolare”.
Catalano si toglie un piccolo sassolino dalla scarpa dopo una stagione nella quale è stato sottoposto a numerose critiche.
“Dedico questa vittoria a me stesso. E’ stata una stagione non esaltante ed io ho sofferto molto. Aver gioito per la vittoria di questo torneo mi ha ripagato, in parte, dalle sofferenze del campionato”.
Sabato ha calciato l’ultimo rigore della serie a gara già vinta, in pratica un penalty inutile. Lui non ha voluto infierire ed ha sbagliato…
“Troppo buono. In realtà ho sbagliato e basta. Sono andato sul dischetto scarico dalle tensioni della partita che avevamo già vinto. Quando ho calciato ci ho messo tanta forza quasi a voler scaricare le tensioni di quest’anno”.
Quale il futuro di Catalano?
“Non lo so, sono ancora indeciso. In questo momento il mio primo pensiero è completare la scuola. Sono al quinto anno e non posso permettermi di sbagliare. Dopo aver chiuso questa parentesi mi concentrerò, di nuovo, sul calcio ma per ora intendo staccare la spina per un po’”.
PADULANO – Da un ‘10’ all’altro. Squadre diverse, stesso numero di maglia. Per Fabio Padulano la vittoria nel torneo giovanile è la prima, grande, soddisfazione della sua carriera.
“E’ stato bellissimo anche perché abbiamo vinto al termine di una gara dura e combattuta. Abbiamo preso gol proprio all’ultimo secondo ma siamo stati bravi a rimanere concentrati sui calci di rigore. Sono felicissimo e se devo dirla tutta, sin dal primo giorno di ritiro a Viareggio ho sempre avuto la sensazione di vincere questo torneo”.
Dai play-off mancati col Savoia alla vittoria nella manifestazione della Lega. Un momento di gioia quest’anno c’è stato.
“E’ vero. Brucia ancora non essere riusciti ad approdare agli spareggi, teniamoci comunque stretta questa stagione e pensiamo con positività al futuro. Tornando al torneo è stato molto significativo arrivare al successo anche perché non era facile dopo quattro gare di fila. Eravamo stanchi ma la voglia di vincere ha prevalso su tutto”.
Questione di ‘colori’. Ma Fabio, tifosissimo della Juventus, ha vinto questo torneo con una maglia granata, stile Torino. Stranezze del calcio.
“Sinceramente non ci ho pensato. In effetti il colore non è tanto vicino alla mia fede calcistica ma, pur di vincere, avrei indossato qualsiasi maglia. Il mio obiettivo è arrivare il più lontano possibile, non importa la squadra, purché arrivino i successi”.
A fine partita Padulano è stato coinvolto in un parapiglia con la panchina avversaria. Quali i motivi?
“Ho visto che loro erano molto nervosi. Prima dei rigori mi sono avvicinato ai miei avversari per calmarli. In fondo ci stavamo divertendo, che senso aveva innervosirsi? Invece, qualcuno non era dell’umore giusto ed è scoppiato il parapiglia, fortunatamente subito risolto”.
Un ultimo passaggio sul futuro.
“Mi piacerebbe restare a Torre, sono tifosissimo del Savoia ma non dipende solo dalla mia volontà. Spero che tra i tanti osservatori che sono venuti al torneo qualcuno si sia accorto di me, Catalano e Manfrellotti. Per ora tante belle parole ma per i fatti bisognerà aspettare”.
(Rodolfo Nastro)