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ESCLUSIVA. Amura si confessa a SoloSavoia.it L’ormai ex allenatore dei bianchi racconta la sua breve ma intensa esperienza in una lunga intervista: “Credo di aver fatto bene tra tante difficoltà”

ESCLUSIVA. Amura si confessa a SoloSavoia.it

06-05-2013 – Salvatore Amura (nella foto) il giorno dopo. Poche ore fa è terminata la sua breve ma intensa esperienza alla guida tecnica del Savoia e, ad un giorno di distanza, l’ormai ex allenatore concede in ESCLUSIVA a SOLOSAVOIA.IT un’intervista verità sul suo ‘vissuto’ con gli oplontini. Abbiamo affrontato con lui i punti ‘caldi’ di questo campionato. Dal rapporto con la squadra, ai tifosi, passando per la società. Infine, un passaggio sul suo futuro. Come da suo costume, Amura ci ha fornito degli spunti di riflessione molto importanti.

AMURA E LA SQUADRA – Uno dei momenti più delicati che l’ex capitano del Savoia dei ‘miracoli’, targato Gigi De Canio, ha dovuto affrontare ha riguardato il rapporto con lo spogliatoio.

Al suo arrivo dichiarò che c’era come un blocco mentale che non le permetteva di entrare in sintonia con il gruppo. Un inizio in salita.

“E’ vero. Notai subito che nello spogliatoio tirava una brutta aria, nel senso che alcuni giocatori si sentivano ancora troppo legati al precedente tecnico e questo ha influenzato la prima parte della mia permanenza. Non ero seguito da tutti come avrei desiderato ed i risultati non arrivavano”.

Questo ha portato all’epurazione di dicembre. Qual è stato il suo ruolo nella drastica decisione operata dalla società?

“Non mi nascondo, sono stato io a chiedere al direttore Dionisio di intervenire perchè, a mio parere, proseguire la stagione con quello spogliatoio avrebbe potuto compromettere la salvezza della squadra. Ho trovato concorde la società e si è proceduto a cedere alcuni giocatori, sui quali, per carità, non ho nulla da dire sotto l’aspetto tecnico, ma era evidente che mentalmente non erano sereni e questo inficiava il buon andamento della squadra”.

Dopo tutto è filato liscio?

“A fine dicembre ho ritrovato il gruppo che volevo. In questo mi hanno aiutato giocatori come Guarro, Pallonetto, Di Capua e Vicentin. Ringrazio loro come tutta la squadra. Forse qualche under avrebbe potuto dare qualcosa in più ma l’impegno non è mai mancato”.

Ritiene di aver fatto bene?

“Penso di essere stato bravissimo. Non lo dico per mancanza di modestia. E’ la pura verità. Avrei voluto vedere qualche altro tecnico lavorare nelle condizioni nelle quali abbiamo operato. Sono stato il parafulmine della squadra. Mi sono assunto tutte le responsabilità ed ho eretto una cortina intorno allo spogliatoio per cercare di far prevalere il campo ed il calcio giocato su tutto. I risultati ci hanno dato ragione e dalla vittoria contro il Paternò nel girone d’andata abbiamo inanellato gli otto risultati utili consecutivi che ci hanno permesso di salvarci con ampio anticipo, così come richiesto dalla società”.

Eppure, dopo quel filotto di vittorie il Savoia aveva ritrovato i play-off. Non ritiene che la gestione del dopo Licata sia stata non perfetta?

“Lo ammetto. In questo sono stato meno bravo. Probabilmente non sono riuscito ad inculcare nella squadra la giusta mentalità per centrare gli spareggi che avremmo meritato. I giocatori si sono mentalmente rilassati ed a questo non sono riuscito ad oppormi”.

AMURA E LA SOCIETA’ – Altro passaggio ‘delicato’ è stato relativo al rapporto con i soci. Amura ‘torrese doc’ si è ritrovato a guidare il Savoia non perché chiamato da suoi concittadini ma dall’avellinese Dionisio.

“E’ strano, ma è la verità. Dico subito che con la società ho sempre avuto un rapporto schietto e corretto. Ho sempre detto quel che pensavo a mio rischio e pericolo. Non sono certo un aziendalista. Ma alla lunga questo atteggiamento ha pagato, se è vero com’è che il presidente Contino avrebbe voluto confermarmi anche la prossima stagione”.

E con la componente torrese?

“Anche con loro ho avuto un ottimo rapporto. Su tutti con il diggì Salvatore che ha fatto davvero tanto per il Savoia. Io e lui abbiamo subito tante critiche, spesso pilotate ed artate da parte di qualcuno che pensa solo a sollevare polveroni senza avere nulla di concreto tra le mani”.

AMURA E I TIFOSI – Nota dolente per Sasà  Amura è il suo rapporto con i tifosi. Dal suo arrivo in più occasioni ha sentito il peso del paragone con Pasquale Vitter. Un dualismo che ad Amura non è andato proprio giù. La punta dell’iceberg è arrivata nell’ultima gara interna contro il Cosenza, con i due striscioni esposti in Curva Sud che hanno fatto molto male all’allenatore.  ‘Vitter non era da primato… perciò l’avete esonerato’ e ‘Di quattro allenatori il meno quotato ci avete regalato’.

Parole forti sulla quali Amura non riesce proprio a metterci una pietra sopra.

“Mi dispiace davvero. Non pensavo di meritare questo tipo di atteggiamento da parte della tifoseria. Sono tifosissimo del Savoia e dal primo momento ho dato il massimo, ci ho messo sempre la faccia. Sentirmi paragonato a chi c’era prima ed essere definito come il peggiore di quattro diverse alternative fa male. Resto dell’idea che ci sia stata una regia alle spalle di tutto ciò, perché non riesco a spiegarmi diversamente questa presa di posizione. Ammetto che questo è stato uno dei motivi che mi ha indotto a lasciare”.

UN ALTRO CALCIO – Amura riflette sull’atteggiamento che hanno avuto gli under nel venerdì prima della gara di Paternò e fa un paragone con il ‘suo’ calcio.

“Nonostante la protesta sia rientrata, resta il brutto episodio di venerdì. E’ un peccato perché si tratta di ragazzi e cominciare così la loro carriera non è certo positivo. Mi auguro che avranno nel prosieguo sempre tappeti rossi ma ho dubbi in tal senso perché il calcio moderno è complicato. Ricordo solo che quando vincemmo i play-off e raggiungemmo la C1, disputammo un campionato con soli tre stipendi pagati. Eppure ci unimmo e l’unico nostro obiettivo era quello di giocare la domenica con entusiasmo per regalare alla città un grande risultato. Mi auguro davvero che questi valori tornino nei canoni del calcio moderno che, altrimenti, sarà sempre più caratterizzato da situazioni come quelle della settimana scorsa”.

IL FUTUROL’ultimo passaggio della lunga confessione di Amura riguarda il suo futuro. Il tecnico conferma che le sue dimissioni sono irrevocabili.

“Non ho cambiato idea. Per me l’esperienza con il Savoia si è chiusa alle 16.45 di domenica scorsa”.

Il prossimo passo?

“In primo luogo voglio ricaricare le batterie. In questo momento ho solo sa pensare a me stesso poi mi guarderò attorno per verificare se ci sono le condizioni per tornare in gioco. Credo di aver fatto bene a Torre così come nelle mie precedenti esperienze, ad eccezione di Milazzo. Di sicuro non ci sarà il Savoia nel mio immediato futuro ma auguro a tutti, società, tifosi e stampa di tornare a gioire come Torre merita”.

(Rodolfo Nastro)





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