28-04-2013 – Il Savoia è riuscito anche nell’ultimo ‘obiettivo’ stagionale: perdere la credibilità. Sull’1-5 di oggi faticano anche gli statistici nel trovare un precedente così pesante al Giraud. E pensare che proprio ieri il patron Contino aveva affermato in maniera tranquilla. “Domani vinceremo, ne sono sicuro”. Davvero un pronostico ‘profetico\’ per il socio di maggioranza che arriva prima di tutti in sala stampa sfoggiando un’irritante tranquillità che sembra davvero fuori luogo.
CONTINO – “Credibilità persa? Non esageriamo. E’ fuori di dubbio che abbiamo fatto una figuraccia, ma non tiriamo conclusioni affrettate. Non era nostra intenzione chiudere in questo pessimo modo la stagione al Giraud ma non ne facciamo un dramma. Meglio che sia andata così in una gara nella quale non avevamo nulla da chiedere piuttosto che il prossimo anno dove ogni partita sarà giocata per un obiettivo importante. Diciamo la verità, dopo la vittoria sul Licata la squadra ha mollato mentalmente, oggi non avevamo stimoli”.
Presidente neanche il Cosenza aveva stimoli dopo aver ‘perso’ la promozione diretta nello scontro di domenica scorsa a Messina. Eppure i silani sono scesi in campo concentrati e con la giusta cattiveria. Contino è in difficoltà a replicare a questa constatazione.
“Ribadisco che mi dispiace tantissimo per non aver ottenuto un risultato positivo ma contro il Cosenza non è uno scandalo perdere”.
Il patron ringrazia tecnico e squadra.
“A loro va il mio più sincero ringraziamento. Hanno fatto cose straordinarie, hanno ottenuto quanto nelle proprie possibilità nonostante i tanti problemi. Non posso fare alcun appunto a questi ragazzi che anche oggi hanno dato tutto loro stessi in campo. Purtroppo non è bastato perchè avevamo di fronte una squadra che è 10 anni avanti a noi, per esperienza, organizzazione e qualità. Se a questo aggiungiamo un arbitraggio scandaloso, il risultato comincia ad avere una spiegazione”.
Eppure al di là della risposta del campo, i tifosi, nel primo tempo, hanno esposto diversi striscioni con i quali hanno apertamente contestato molte scelte della società, dall’esonero di Vitter alla decisione di partire per la trasferta di Messina la domenica mattina. Cosa ne pensa?
“I tifosi hanno sempre ragione. Li rispetto e quando il loro dissenso è espresso come hanno fatto oggi, in maniera democratica e pacifica, va bene. Sta nel gioco delle parti. Il mio pensiero è già rivolto alla prossima stagione. Domenica andremo a fare l’ultima gita a Paternò, ormai non abbiamo da chiedere più nulla a questo campionato”.
AMURA – Dopo le parole del socio di maggioranza, la scena passa al tecnico Amura (nella foto) ‘accompagnato’ in sala stampa da buona parte dei ‘senatori’ della squadra.
“Chiediamo scusa a tutti, dai tifosi ai giornalisti. Oggi non abbiamo onorato questa casacca. La verità è questa e basta”.
L’allenatore è schietto e non fa professione di diplomazia come Contino poco prima.
“Non capisco la contestazione dei tifosi. Mi spiego meglio, credo che ci sia una regia occulta che spinga qualcuno a scrivere qualche striscione come quello che parlava di Vitter e il successivo che si riferiva esplicitamente al sottoscritto. Io ho fatto il mio dovere fino alla fine e non so se qualcun’altro con tutte le difficoltà che ci sono state sarebbe riuscito ad ottenere la salvezza con così ampio margine. Sono convinto che se ci fossimo trovati al posto di Licata o Palazzolo saremmo retrocessi”.
Infine, Amura è invitato ad una riflessione che parla di un altro calcio, quello nel quale era lo stesso tecnico protagonista. Allora, nonostante le tensioni societarie (nell’anno della promozione in C1 con De Canio, furono pagati solo tre stipendi) la squadra si compattò ed onorò la maglia.
“Avete detto bene: quello era un altro calcio. Con questo non voglio sminuire i giocatori di oggi ma è il movimento ad essere cambiato. Noi avevamo un’altra mentalità, eravamo altre persone con valori ben definiti. Ecco perché prima ho affermato che in una posizione di classifica diversa questa squadra avrebbe rischiato seriamente di retrocedere”.
GUARRO – Dopo il tecnico è il capitano Nino Guarro, tredicesimo sigillo stagionale per lui, ininfluente sull’imbarcata finale, a prendere la parola.
“Dopo aver raggiunto la salvezza abbiamo avuto un calo mentale dal quale non ci siamo ripresi. Aver affrontato in queste ultime quattro gare le prime tre del girone ha messo in ulteriore evidenza il nostro attuale stato. Resta la brutta figura di oggi per la quale ci scusiamo con tutti”.
MOSCIARO – Per il capitano del Cosenza è giunto il 25° gol. Visto il risultato per i silani è stata una passeggiata.
“Siamo stati bravi a sbloccare subito la partita. Poi tutto è filato liscio. Per noi dopo la gara di Messina era importante dimostrare di essere concentrati al punto giusto per farci trovare pronti per i play-off, sperando che quest’anno almeno le due finaliste possano essere ripescate in Lega Pro”.
Il Cosenza è stata la squadra che ha espresso il miglior calcio visto al Giraud, avete qualche rammarico per non aver vinto il campionato anche alla luce dei quattro punti conquistati negli scontri diretti?
“Nessuno. Abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo ed i tantissimi punti lo evidenziano. Ne abbiamo ottenuto 11 in più dello scorso campionato, a dimostrare che abbiamo disputato una stagione esaltante. Purtroppo il Messina ha fatto meglio di noi. Accettiamo con sportività il verdetto del campo anche se non credo che i peloritani ci siano superiori”.
GAGLIARDI – Infine, il tecnico del Cosenza, Gagliardi.
“Siamo stati più concreti dei nostri avversari. Oggi ci è andato tutto bene, come se la sorte ci avesse restituito i punti regalati in alcune gare che non ci hanno permesso di vincere questo torneo”.
Sull’esultanza di Parenti che ha suscitato le proteste della tribuna, Gagliardi spiega.
“Mi sono subito scusato con il pubblico di Torre. Tiberio non è un meridionale, anche se è un toscano focoso e quando ha segnato è corso verso di me per esultare, purtroppo il suo gesto è stato preso come un affronto ai tifosi del Savoia ma vi posso assicurare che non era così”.
(Rodolfo Nastro)