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Montalto-Savoia: le interviste Tiene banco la contestazione dei tifosi. Amura: “Hanno ragione, manchiamo di cattiveria”. Contino pensa al futuro: “Lasciateci lavorare con serenità”

Montalto-Savoia: le interviste

21-04-2013 – La contestazione degli oltre 100 ultras giunti a Rende al triplice fischio di chiusura è la fotografia più nitida dell’ennesima giornata no in casa Savoia. Il harakiri contro il Montalto ha, infatti, determinato anche l’uscita dalla zona play-off con la Vibonese (3-2 sull’Agropoli) capace di superare i bianchi in graduatoria. Abbiamo discusso a caldo con il tecnico e il socio di maggioranza per analizzare la crisi di queste ultime giornate.

AMURA – Un buon inizio, il vantaggio di Savarese, poi la luce che per l’ennesima volta si spegne e gli avversari si ergono a campioni della domenica. Va in scena un film già visto troppe volte in questo campionato.

Possibile che la determinazione e la grinta si siano fermate con il Licata?

“Ciò che più mi preoccupa è l’assenza della giusta cattiveria. Non è possibile farsi surclassare in questo modo da un avversario ampiamente alla portata. Purtroppo siamo stati puniti dai soliti errori individuali, stavolta non solo in difesa ma anche in fase offensiva. Questa è una cosa che mi da terribilmente fastidio e che non riesco ad accettare. Posso capire tutto dopo la salvezza raggiunta ma giocare senza grinta ci porta a fare solo brutte figure con i nostri tifosi”.

A proposito di tifosi. Gli ultras giunti a Rende, dopo novanta minuti di sostengo, a fine gara hanno contestato tutti. Cosa ne pensa?

“Che dire, hanno ragione. Fa parte del gioco. E’ chiaro che la sconfitta non possa andare giù a nessuno, tantomeno ai nostri tifosi che si sono sobbarcati una lunga trasferta per sostenerci. Non ci resta che onorare il campionato conquistando sei punti nelle prossime due gare, sperando che la Vibonese non faccia lo stesso”.

Credete ancora negli spareggi?

“Certo. Lotteremo fino alla fine per quest’obiettivo”.

CONTINO – Il patron dei bianchi (nella foto) adotta un atteggiamento diverso da quello di Messina. Dopo il 4-1 contro il Città aveva evidenziato un forte nervosismo, stavolta il sarcasmo va a connotare la sua esposizione dei fatti. A cominciare dalla contestazione dei tifosi.

“Sono stato oggetto di un coro contro di me. Non ne capisco la ragione, preferisco sorvolare per non dire altro”.

Con questa sconfitta siete riusciti ad uscire dai play-off. Obiettivo raggiunto?

“Non meritiamo questa critica. La volontà di fare gli spareggi c’è sempre stata. Purtroppo quando un giocatore come Vicentin davanti alla porta sbaglia due gol, significa che non è proprio giornata. Dopo un buon inizio, pian piano ci siamo spenti e nel secondo tempo siamo stati mediocri, meritando di perdere. Tutto qui ma io non sono preoccupato, possiamo ancora lottare per il quinto posto”.

Domenica prossima al Giraud sarà di scena il Cosenza che, matematicamente, è ancora in corsa per il primato, anche se la realtà dice che oggi il campionato si è chiuso. L’Acr Messina chiuderà la stagione in casa contro il retrocesso Nissa. La promozione è già in tasca.

Tra la fila dei silani c’è un certo Mosciaro, capocannoniere del torneo. Non pensa che se il Savoia vuol recitare un ruolo da protagonista il prossimo anno dovrebbe accaparrarsi le prestazioni di un bomber come lui?

“Premesso che Mosciaro è un signor giocatore, la realtà dei fatti dice che non possiamo permettercelo. Non siamo mica il Real Madrid. Il nostro budget non arriva a calciatori del genere perché l’ingaggio di Mosciaro è troppo oneroso per le nostre casse. Io intendo fare le cose per bene ma non certo svenarmi economicamente, che tutti lo sappiano e ci lascino lavorare con tranquillità”.

 

(Redazione)





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