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Fontanarosa: “Savoia, aspettami!” Il giorno dopo l’operazione, il giovane mediano ci racconta in esclusiva le paure, la gioia per l’affetto ricevuto e la voglia di tornare subito in campo

Fontanarosa:

16-04-2013 – 43 giorni d’attesa, di trepidazione. Tanto il tempo trascorso da quella “maledetta domenica” che ha segnato la stagione di Simone Fontanarosa fino al momento dell’intervento ad opera del professor De Simone. Quante sensazioni, momenti di sconforto puro alternati alla voglia di ricominciare al più presto. Ottimismo e pessimismo si sono fusi in un mix di emozioni che Simone (nella foto), il giorno dopo l’operazione perfettamente riuscita, racconta in esclusiva a SOLOSAVOIA.IT. Il momento più difficile è alle spalle ora bisogna guardare al futuro.

L’INFORTUNIO – Correva il 3 marzo, Savoia-Sambiase. Dopo aver provato la gioia del gol-partita (secondo dopo quello con la Gelbison), Simone si accascia nei pressi della panchina oplontina. Si mette le mani al volto, piange, il dolore è tanto, al medico che accorre per assisterlo dice di sentire una fitta alla parte laterale del ginocchio destro. I volti sono tesi, Andrea Vecchione, massaggiatore da oltre 50 anni, capisce subito che l’infortunio è grave. Due giorni dopo il centrocampista è sottoposto a risonanza magnetica. Il giovedì l’esito terribile: lesione del legamento crociato del ginocchio destro. La stagione è compromessa.

L’ATTESA – Da quale momento inizia il “calvario” di avvicinamento all’intervento. Simone sarà sottoposto ad un’altra risonanza che confermerà quanto evidenziato dalla prima. E’ una corsa contro il tempo, bisogna intervenire chirurgicamente. Vecchione è interessato in prima persona dell’organizzazione. Si reca più volte con il calciatore in clinica fino al giorno dell’intervento, lunedì 15 aprile, esattamente 43 giorni dopo l’infortunio sul campo. Tutto è andato bene, ora inizia la rieducazione.

VOGLIA DI RICOMINCIARE – Il primo pensiero di Simone è per un pronto ritorno in campo.

“Non vedo l’ora di ricominciare. Domani uscirò dalla clinica, poi farò 20 giorni a casa con un macchinario per la trazione dell’arto, dopo comincerà la rieducazione. Mi piacerebbe bruciare le tappe ed essere pronto per il ritiro. Ormai il periodo nero è alle spalle, ora vedo tutto in positivo”.

Per rivedere Simone in campo ci vorranno cinque o sei mesi, dipenderà molto dal recupero del tono muscolare e dalla piena rieducazione del ginocchio operato. Lo staff medico del Savoia è molto cauto in tal senso e non se la sente di anticipare i tempi dell’effettivo recupero.

Eppure in questo mese e mezzo l’alternanza di sensazioni è stata forte. Quale il momento più difficile?

“Senza dubbio l’esito della prima risonanza. In quel momento mi è crollato il mondo addosso. Mi sono abbattuto, non volevo crederci. Temevo che l’infortunio fosse grave ma speravo sempre in un piccolo miracolo. Non è stato così ma col passare dei giorni l’ho presa con filosofia. Gli infortuni sono un rischio che ogni giocatore corre, può capitare a tutti”.

QUANTI GRAZIE – Simone tiene a ringraziare quanti gli sono stati vicino in questo periodo.

“In primis la mia famiglia e tutte le persone care. Subito dopo Andrea Vecchione. La sua vicinanza mi è servita tantissimo, la carica umana che mi ha dato non ha pari. Non finirò mai di ringraziarlo”.

Il pensiero passa poi ai compagni di squadra.

“Mi hanno sempre fatto sentire parte del gruppo. Dal tecnico, allo staff, fino ai singoli giocatori. Non a caso subito dopo l’intervento mi hanno chiamato tutti, a cominciare da Sebastian Vicentin che è stato il primo a rendermi visita”.

Ma il momento più emozionante Simone lo lega allo striscione ed ai cori che i tifosi del Savoia gli hanno dedicato ad Agropoli.

“Il solo pensarci mi fa emozionare ancora. Non mi sarei mai aspettato tanto affetto. Sono stati unici. A loro devo tanto. Anche sul mio profilo facebook mi hanno dimostrato quanto ci tengano a me, incitandomi quotidianamente. Il calore che mi ha circondato è stato fondamentale per darmi la forza di guardare avanti con fiducia, mettendo subito da parte ogni cattivo pensiero”.

IL SAVOIA NEL FUTURO – Fontanarosa non ha dubbi, il suo futuro è con i bianchi.

“Spero tanto di essere riconfermato. Sono troppo legato a questa maglia, alla città. Voglio ricominciare da dove ho interrotto la mia stagione. Mi auguro che la società, che mi è stata molto vicina in questo periodo, creda ancora in me, sono convinto di poter dare ancora tanto al Savoia”.

Immediatamente giriamo la domanda al patron Sergio Contino che già all’indomani dell’infortunio aveva rassicurato Simone. Presidente, Fontanarosa sarà riconfermato?

“Se lui vuol restare sarà il benvenuto nel Savoia del futuro. E’ un ragazzo esemplare, dotato di grandi valori umani e di ottima tecnica. Non intendiamo abbandonarlo solo perché è infortunato. Lo aspetteremo. Ci vorranno cinque, sei mesi? Non importa, una maglia è sempre pronta per lui, l’importante è che non si faccia prendere dalla foga di rientrare ma che si curi nel miglior modo possibile perchè è giovane ed ha una carriera lunga davanti a sé”.

(Rodolfo Nastro)





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