10-03-2013 – Ad Agropoli è accaduto tutto ed il contrario di tutto. C’erano le premesse per vivere una bellissima giornata di sport, tornare a casa con una vittoria tanto pesante quanto significativa, in grado di chiudere, definitivamente, i dubbi e le perplessità delle ultime settimane. C’era da dedicare la vittoria allo sfortunato Simone Fontanarosa, c’era da regalare il successo al neo patron Sergio Contino, c’era da confermarsi terzi in classifica. Invece, nulla di tutto questo. Una sconfitta disonorevole terminata tra i fischi del pubblico nella quale tecnico e giocatori hanno tutte le responsabilità del caso.
GRAZIE TIFOSI – Loro hanno vinto, hanno tifato con onore, calore, gioia. Una bellissima coreografia iniziale e novanta, incessanti, minuti di sostegno alla squadra. A dispetto di chi è sempre pronto a trovare una pecca tra gli ultras, loro hanno risposto alla grande. Tutti hanno fatto il biglietto, al punto che, Franco Barone, diggì dei delfini, ha commentato. “E’ la migliore tifoseria che ho visto ad Agropoli. Merita ben altre piazze. Complimenti”. Ma non solo, oggi i tifosi hanno dato esempio di correttezza e passione anche nelle piccole cose. Come quando a metà primo tempo un pallone a finito tra di loro, nessuno ci ha pensato due volte, restituito ai calciatori sul terreno di gioco. Ma la chicca è stata a fine gara. Un cancello aperto, quello che dalla tribuna portava direttamente al terreno di gioco. Sono stati gli stessi tifosi, prima che arrivassero le forze dell’ordine, a chiuderlo ed a restare, correttamente, sugli spalti. Bravi. Loro si che hanno onorato Torre Annunziata ed il Savoia. Ma, purtroppo, oggi sono stati gli unici.
SQUADRA IRRICONOSCIBILE – Amura è il principale “colpevole” di quanto accaduto in campo. Ha sbagliato modulo e formazione sin dall’inizio. Alla vigilia aveva sbandierato l’offensivo 4-3-3 ma in campo ha portato cinque difensori. Ma per difendere cosa se bisognava vincere? Conseguenza: un tempo regalato agli avversari con il tecnico che ha ripreso dal primo tocco di palla e per tutta la prima frazione di gioco il giovane Lettieri, fino a sostituirlo ad inizio ripresa con Padulano, migliore in campo. Ma le scelte sbagliate non hanno solo riguardato il numero 2. Vicentin ha giocato solo per onor di firma e basta. Statico, svogliato. Ha problemi legati al dito del piede? E allora perchè gioca? Quando un calciatore scende in campo deve onorare la maglia, altrimenti è meglio che si tiri fuori. E poi Catalano, Savarese, Pallonetto, Vitiello, tutti in giornata no. Le insufficienze si sono sprecate e non se ne comprende la ragione.
LA NOIA – La prima frazione è noiosa. Le squadre si studiano a distanza quasi non vogliano farsi male. Fortuna che i tifosi dagli spalti ravvivino il pomeriggio del “Guariglia”. L’unica emozione al 33’ quando sugli sviluppi di un cross di Guarro al centro dell’area, Vicentin è anticipato da un tocco di mano di Ruggieri sul quale Magrini sorvola. E’ l’unica nota di cronaca, per il resto i due portieri non si sporcano neanche i guantoni.
CAMBIO DI MODULO – Amura si sveglia dal sonno e nella ripresa fa uscire Lettieri per inserire Padulano. Si torna al 4-3-3 e comincia a vedersi un po’ di gioco. Al 49’ il neo entrato serve un buon pallone a Savarese, cross in area, la difesa libera con affanno. Al 53’ ancora Padulano. Il furetto torrese scambia con capitan Guarro al limite e fa partire il tiro, palla alta.
AGROPOLI IN VANTAGGIO – Il Savoia sembra gestire tranquillamente la partita ma al 58’ i padroni di casa passano. Ragosta crossa a centro area, Mallardo impatta di testa e mette alle spalle di Vitiello con Salvatore che si perde il numero 9 dei delfini.
ILLUSORIO PARI – Passano solo cinque minuti ed il Savoia raddrizza la gara. Capitan Guarro, servito in area da Savarese, tenta di girarsi per battere a rete ma Sosero lo falcia: è rigore ed espulsione per il numero sette dell’Agropoli. Dal dischetto si incarica il numero 3. Gran botta all’angolino alla sinistra di Capozzi che si tuffa dalla parte giusta ma non riesce ad evitare il gol. La gioia dei 300 giunti da Torre è incontenibile. Sembra che il pomeriggio possa sorridere ai bianchi, anche perché giocheranno il resto della gara in superiorità numerica. Le cose sembrano indirizzarsi nel modo giusto. Al 70’ Savarese entra in area dalla fascia di competenza e anziché servire al centro, dove sono liberi Vicentin, Padulano e Guarro, calcia verso la porta in maniera inguardabile e la palla termina altissima sulla traversa.
DUE SCHIAFFI E A CASA – Metà ripresa è andata via, da un momento all’altro si attende la zampata vincente del Savoia. Invece accade l’impensabile. I bianchi fanno harakiri. Prima al 72’ Montano sfiora di testa la punizione di Ragosta e supera un fermo Vitiello, con difesa schierata a guardare. Sembra il film già visto della disfatta di Vallo della Lucania. Poi, in pieno recupero, al 91’ ancora Mallardo chiude, definitivamente, i conti superando in uscita Vitiello. Da segnalare che l’unico tentativo per aggiustare la gara l’aveva compiuto, ancora una volta, Padulano che alla mezz’ora, con un gran tiro al volo, aveva costretto al miracolo Capozzi. Inutili gli ingressi di Manfrellotti e Malafronte con un Savoia che attacca a 5. Finisce così, tra i fischi dei torresi, le teste basse di tecnico e calciatori e la classifica che sembra non avere più un senso compiuto. Un vero peccato, una stagione gettata alle ortiche troppo presto.
(Rodolfo Nastro)