10-03-2013 – Era cominciata come un festa, è finita con una disfatta. Un tutti contro tutti che non fa certo bene al Savoia e che tra mezze parole, accuse più o meno velate, getta un’ombra pesantissima su quest’ultimo scorcio di torneo. Gli unici che, ancora una volta, hanno vinto sono i tifosi, dinanzi ai quali i giocatori non hanno avuto il coraggio (e ce ne sarebbe voluto tanto) di intonare il bianchi alè. A differenza della gara con la Gelbison non c’è stato neanche bisogno che i tifosi li mandassero via, stavolta Guarro e compagni hanno capito che non sarebbe stato il caso. Una vera e propria assunzione di responsabilità sulla quale riflettere. Cominciamo dalla fine, dal clima tesissimo che si è creato nel dopo partita. Non appena il direttore di gara sancisce il termine dell’incontro è una corsa per guadagnare, al più presto, il chiuso degli spogliatoi. Il patron Sergio Contino va dai tifosi, qualche scambio di battute, poi da squadra e tecnico. E’ scurissimo in volto e si limita a dire.
“Parlo prima alla squadra, poi vi dirò tutto”.
LO SFOGO DI SALVATORE – La contestazione dei tifosi monta alta. Ce l’hanno con tutti, con la squadra, il tecnico e la dirigenza. La gente vuol capire, sapere il perché del bis della figuraccia contro il Noto. Ma se in Sicilia c’erano pochi intimi, ad Agropoli si è mossa Torre. Ultras, stampa, tutti presenti, tutti a guardare lo scempio. All’improvviso esce dagli spogliatoi il diggì Salvatore, corre dai tifosi, vuol difendere i giocatori, poi dichiara.
“Quanto appena accaduto all’interno degli spogliatoi mi ha fatto prendere la decisione di lasciare la società. Non sarò più il diggì. Onorerò il mio impegno economico fino al termine della stagione ma non voglio più avere a che fare con certi dirigenti”.
Salvatore ci chiarisca meglio.
“Non è possibile che un dirigente abbia appena mortificato la squadra. A questo gioco al massacro non ci sto, preferisco farmi da parte”.
Poche ma forti le dichiarazioni di Salvatore che, tra le righe, ha appena accusato Sergio Contino per l’attacco ai giocatori.
LA RABBIA DI CONTINO – Il neo socio di maggioranza esce dal confronto con tecnico e giocatori, il suo volto è ancora più scuro. Al suo fianco il figlio Emiliano e Daniele Flammia.
La prima domanda è relativa allo sfogo che Salvatore ha rivolto contro di lui.
“Non ne so niente. Vuole andarsene? Scelte personali. Io non fermo nessuno”.
Poi il patron svela quanto detto alla squadra.
“Ho detto ai calciatori che se pensano di giocare con i miei soldi hanno sbagliato di grosso. La porta è aperta, chi non se la sente di continuare può anche andarsene. Ho visto una squadra remissiva, con poco impegno, una vera vergogna. Un’offesa al sottoscritto ed ai tanti ed appassionati tifosi che sono giunti qui pieni di speranze e voglia di tornare a Torre con i tre punti. Avete visto tutti la gara, è stata una partita indecente”.
Questa dura presa di posizione potrebbe anticipare qualche decisione forte, un esonero dell’allenatore è nelle possibilità?
“Amura non è in discussione. I giocatori possono fare quello che vogliono, chi non se la sente vada pure via”.
L’INUTILE DIFESA DI AMURA – Salvatore Amura è l’ultimo ad uscire dagli spogliatoi. Probabilmente vorrebbe correre sul pullman per evitare di parlare. Ma la gente vuol sapere. Stavolta al tecnico un 4 in pagella nessuno può toglierlo.
“Mi assumo tutte le colpe di questa sconfitta. Le scelte le ho fatte io e me ne prendo la responsabilità. Il calcio è fatto di episodi e se avessimo concretizzato l’azione di Savarese subito dopo il pari forse stavamo parlando di un’altra gara”.
Mister ma il calcio non è fatto di “se” e di “ma”. La realtà è che con il rinunciatario modulo difensivo a cinque della prima frazione ha regalato un tempo agli avversari. Ieri aveva affermato che il modulo sarebbe stato il 4-3-3, invece oggi le incomprensibili novità in campo.
“Ho studiato l’Agropoli ed ho ritenuto opportuno giocare in quel modo. Ho fatto liberamente la scelta Lettieri. Poi nella ripresa ho cambiato per tentare di vincere la partita”.
Dopo di lei, il peggiore in campo è stato Vicentin. Era proprio necessario farlo giocare?
“Vi chiedo la cortesia di non attaccare i singoli giocatori. Io sono l’unico responsabile e dovete prendervela con me”.
(Rodolfo Nastro)