06-03-2013 – Ieri sera se n’è andato un pezzo di storia recente del glorioso Savoia ed una nuova era è cominciata. Dopo 3 anni di assoluta maggioranza dell’anima torrese nella composizione delle quote, è passata di mano la guida della società ad un non torrese, Sergio Contino. Un passo importante sul quale abbiamo discusso con tre diversi protagonisti del passaggio. Da Pasquale Vitter che dopo 13 anni, prima con l’Atletico poi con la prima squadra ha vissuto una periodo fondamentale nella storia calcistica cittadina, a Raffaele Verdezza che due anni e mezzo fa ha rilevato la presidenza dalle mani di Pino Caiazzo, fino a Carmine Salvatore, ultimo arrivato nella compagine societaria ma in grado di lasciare un segno importante e tangibile negli avvenimenti più recenti.
VITTER: PACE FATTA – Il primo pensiero di Sergio Contino da neo socio di riferimento è stato per l’ex tecnico. “Sono contento di aver recuperato il rapporto umano con Pasquale”.
Ed il medico torrese replica con convinzione. Vitter, Contino è la cura di questo Savoia?
“Ieri c’è stato un bel momento. Con Sergio qualche mese fa ho avuto un diverbio di natura tecnica ma di base c’è stato sempre un profondo rispetto per la persona. Quando ci siamo abbracciati dopo la firma ho capito che avevamo dato il Savoia alla persona giusta”.
Questo passaggio è fondamentale. Vitter, non ritiene che se da un lato ci sia tutta la vostra soddisfazione per aver ceduto la società a chi gli possa assicurare un importante futuro, dall’altro, per l’anima torrese, è stata una sorta di sconfitta nel non essere riuscita a tenere la maggioranza in ambito locale?
“Prima di passare le quote di mano ci abbiamo riflettuto molto. Non dimentichiamoci che a dicembre tentai con qualche amico di ricostituire una cordata locale ma tutto naufragò in poco tempo. La verità è che la nostra città non esprime la forza economica necessaria per poter affrontare un discorso più importante sul Savoia. Noi “pazzi” che in questi anni ci siamo sobbarcati tanti sacrifici economici pur di riportare il Savoia dov’è adesso, eravamo giunti al punto di massima esposizione. In quel momento le forze sociali ed imprenditoriali della città non ci hanno aiutato. Quindi aver ceduto la maggioranza a Contino è stata un’esigenza oggettiva ma, allo stesso tempo, ho la convinzione che abbiamo fatto bene. Sergio è una persona seria che ci ha rassicurati sul futuro. Noi abbiamo mantenuto tutti gli impegni presi con la città”.
A questo punto se Contino la richiamasse in società per rivestire un ruolo dirigenziale accetterebbe?
“Mai dire mai. Sono sempre possibilista ma è ancora presto per parlarne. Tra qualche mese si vedrà”.
VERDEZZA E LA SUA COSCIENZA – Riflessioni simili a quelle di Vitter le fa il presidente Verdezza, da un lustro con i bianchi.
“Il passaggio delle quote a Contino ha evidenziato in maniera evidente quanto questa città non sia in grado di offrire un serio contributo economico. D’altronde un solo socio in questo campionato si è affiancato a noi e parlo di Alfonso Contieri, per il resto nulla. Ma allo stesso tempo posso dire che tutti noi siamo con la coscienza a posto perché siamo certi di aver ceduto la società alla persona giusta che ha in mente grandi progetti per il futuro. Non a caso la sua volontà di salire al 70%, sulla quale ci eravamo accordati sulla parola già la scorsa estate, è venuta concretamente fuori in corso di stagione. Questo significa che Contino a ragion veduta vuol fare le cose serie”.
SALVATORE IL REGISTA – Abbiamo lasciato per ultimo il commento di Carmine Salvatore (nella foto) che, a ben vedere, è stato un protagonista importante nell’operazione Contino. Il vero e proprio regista della nuova solidità societaria. Di questo gli va dato atto a dimostrazione del suo grande attaccamento ai colori biancoscudati. Nuccio ha onorato in pieno il suo ruolo contribuendo a scrivere una pagina importante nella storia oplontina.
Tutto era iniziato un anno e qualche mese fa, col primo contatto con Nicola Dionisio.Ma il momento decisivo è venuto dopo, ce ne parla lo stesso Salvatore.
“E’ stata la gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia con il Gladiator a far innamorare Nicola Dioniso e Gennaro Brunetti del Savoia. Li invitai a quella gara e lo spettacolo che il pubblico è riuscito ad offrire quella sera li ha come ipnotizzati. Il giorno dopo contattarono Contino e da lì è nato il progetto con loro”.
Ironia della sorte, proprio la partita con i sammaritani è stata decisiva anche per la definitiva uscita di Giovanni Lombardi che quella sera ebbe un alterco con Vitter sull’utilizzo di Corsale.
Torniamo al progetto cui faceva riferimento. Quando è nata la volontà di Contino di scalare la società fino al 70%? Ritenente di aver operato nell’interesse di tutti?
“Contino quasi subito si è inserito nel tessuto di questa piazza. Giorno dopo giorno il suo legame è cresciuto. Forse le difficoltà incontrate sul nostro cammino, su tutte la chiusura del Giraud, hanno cementato i rapporti e la sua vicinanza con la tifoseria. Di lì ci ha messo poco a diventare torrese d’adozione. Lui stravede per la città, la squadra, i tifosi e se si è determinato ad ottenere la maggioranza è perché ha grandi progetti sul Savoia. Questo mi porta a confermare che il vostro secondo quesito ha già una risposta positiva. Abbiamo agito nell’interesse del Savoia. Non a caso abbiamo mantenuto una quota di minoranza per assicurare la presenza dell’anima torrese in società, così come ha voluto lo stesso Contino. Chiedo ai tifosi di stare vicino a Sergio perché solo se siamo tutti uniti potremo toglierci grandi soddisfazioni”.
(Rodolfo Nastro)