19-02-2013 – Sarebbe stato bello poter commentare il settimo risultato utile consecutivo, la conferma della terza piazza, l’imbattibilità casalinga o ancora il primo gol in campionato di Simone Fontanarosa. Invece, nulla di ciò è stato possibile, tutto è passato in secondo piano. Ad otto giorni dall’incontro tra società ed Amministrazione per dirimere la querelle Giraud, siamo ancora qui ad affrontare temi che nulla hanno a che fare col calcio giocato. Ci riferiamo alla contestazione del post gara di buona parte della Curva Sud contro la squadra rea, a detta dei tifosi, di aver “accomodato” il pari nel derby con la Gelbison. Una ferita ancora aperta che si spera, per il bene comune, si possa risanare a breve senza lasciare la solita coda di polemiche, illazioni e sospetti. Abbiamo deciso di ricostruire la vicenda ed abbiamo ascoltato il patron Contino che getta nubi sul suo futuro nel Savoia.
IL FATTO – Domenica 17 febbraio 2013 il Giraud si veste a festa per accogliere il primo derby a porte aperte di stagione (dopo quello contro l’Agropoli giocato nel deserto dello stadio chiuso). Circa 2000 gli spettatori totali, si sperava qualcosa in più, ma chi c’è si fa sentire fino al fischio di chiusura, sostenendo senza sosta i propri giocatori. Il Savoia mostra subito il piglio di chi vuol far sua l’intera posta. Un primo tempo condotto ad alti livelli con il gol del vantaggio al 22’ ad opera di Fontanarosa. I bianchi sono padroni del campo. La gente sugli spalti canta e festeggia. Nulla fa presagire cosa sarebbe accaduto di lì a poco. A fine primo tempo la Gelbison, inaspettatamente, pareggia, complice uno svarione difensivo, Sene mette la palla in rete. Nella ripresa ti aspetti un Savoia arrembante: non sarà così. Una brutta partita. Due squadre che si temono troppo, non fanno gioco, non superano quasi mai la metà campo. L’1-1 del primo tempo rimarrà così fino al fischio di chiusura senza altre emozioni.
LA CONTESTAZIONE – Al termine della gara, mentre dalla tribuna giungono timidi applausi, dalla Curva Sud arriva una bordata di fischi. I giocatori si recano, comunque, sotto i propri tifosi per cantare con loro “bianchi alè” ma vengono mandati via. Il coro della curva è unico ed accusa i propri beniamini di aver inscenato una “pastetta”, come dire: cari giocatori vi siete accordati per il pareggio. I “torresi” della squadra tentano una mediazione con i tifosi, a cominciare da capitan Guarro e Di Capua. Ma nulla. Ognuno resta con le proprie idee, così la squadra mestamente imbocca il sottopassaggio.
LE ILLAZIONI – Subito, sul più diffuso social network, attraverso le pagine dedicate al Savoia, si esprimono in tanti. Vengono lanciati dubbi ed illazioni. Si favoleggia sulla possibilità di aver scommesso sulla partita del Savoia attraverso la piattaforma Stanleybet che avrebbe un punto anche a Torre. Da qui nascono fiumi di parole. La cultura del sospetto prevale su ogni cosa.
LA REAZIONE DI CONTINO – Il patron dei bianchi (nella foto) a due giorni di distanza dal “triste” epilogo del derby commenta con tanta amarezza l’accaduto e va oltre.
“Il solo pensiero che qualcuno abbia dubitato della buona fede dei ragazzi mi fa male. E quando un sospetto del genere viene dalla tua gente, dai tuoi tifosi, è un vero colpo al cuore. Avreste dovuto vedere domenica pomeriggio la squadra negli spogliatoi. Tutti erano increduli, c’era chi piangeva, ognuno tentava di darsi una motivazione, nessuno c’è riuscito. Volete sapere perchè? Il motivo non esiste. Si è trattata di un’utopia di una parte della tifoseria che ha visto le streghe al termine di una gara normale. Mi sento di difendere i giocatori a spada tratta”.
LA SERIE D E’ PULITA – Contino non ha dubbi.
“La D è pulita. Qui non c’è il calcio scommesse. Sia chiaro a tutti. Se si permette di puntare su qualche gara di questo campionato è un caso isolato, non un fenomeno patologico. Fin quando il sottoscritto sarà nel Savoia ogni tentativo di delegittimazione del nostro lavoro e della nostra onestà sarà rispedito al mittente. Non accetto di essere messo alla gogna”.
Il patron è, comunque, convinto che il fenomeno delle scommesse sia una mina vagante nel mondo del calcio che, purtroppo, ha dimostrato di essere vulnerabile a certi giochetti.
“Resto dell’idea che le scommesse devono essere eliminate dal calcio. Ci sono interessi troppo forti che poco hanno a che fare con la passione e lo sport. Io mi batterò sempre contro questo tipo di situazioni”.
Contino nell’aver ammesso che le scommesse ci sono e costituiscono un “male” per il calcio, rende comprensibile lo sfogo della tifoseria.
Non dimentichiamo che qualche settimana fa una gara di D quotata, e ci riferiamo a Ragusa-Noto (1-4 il finale), il giorno prima vedeva una quota molto alta per il segno “2” ma, a poche ore dalla partita, chi avesse giocato la vittoria della squadra in trasferta avrebbe guadagnato pochissimo perché la quota relativa alla vittoria del Noto era crollata improvvisamente. Probabilmente da qui nascono tanti sospetti.
“Io mi riferisco solo al Savoia. Ribadisco, il pari con la Gelbison è stato pulito. E se sto qui a parlarne ancora è perché il nostro pubblico, sempre affettuoso e splendido, ha fatto scattare in me un campanello d’allarme”.
L’ALLARME – Presidente questa sua ultima affermazione apre discorsi molto più ampi che potrebbero avere conseguenze anche sul futuro.
Ci spieghi meglio. La tifoseria deve sapere. In passato i troppi silenzi hanno provocato solo danni.
“Come avrebbe detto il più grande comico napoletano, è la somma che fa il totale. Permettetemi questa divagazione per far capire meglio cosa intendo dire. La contestazione presa singolarmente, seppur dolorosa, ci può stare. I tifosi sono passionali e la loro reazione è stata quella del momento pur non condividendola assolutamente. Ma se a questo aggiungiamo i problemi con l’Amministrazione comunale e quelli all’interno della società, allora c’è una sommatoria di situazioni che mi lascia perplesso, mi sembra quasi che qui c’è qualcuno che non mi voglia”.
QUALE FUTURO – Alla luce di quanto ha appena affermato, assodato che la tifoseria è fuori discussione, con l’Amministrazione è tutto risolto, ritiene chei veri problemi siano all’interno?
“Penso proprio di si. Da tempo non riesco più a sedermi con gli altri soci per affrontare un discorso completo. Sembra che ognuno abbia il suo orticello che non vuol condividere con gli altri. Proseguendo così non vedo futuro. Dal primo momento ho detto che in tre stagioni avrei portato il Savoia tra i professionisti. Ad oggi ci ritroviamo in piena zona play-off, quindi, a ben vedere, stiamo anche oltre le nostre aspettative. Ma ogni volta che chiedo agli altri di incontrarci seriamente per preparare la prossima stagione trovo un muro di gomma. Non mi sono stati ancora mostrati i documenti contabili che ho richiesto da oltre un mese. Io voglio vederci chiaro, perché se devo continuare ad investire ed a coinvolgere altri imprenditori non posso essere osteggiato all’interno della società. Sarebbe un controsenso. Ecco perché domenica, a caldo, ho detto di essere disposto a lasciare. Lo ribadisco oggi ma lo farei a malincuore. Io qui ci sto bene, è vero, nessuno mi ha costretto ad abbracciare questo progetto o a restare qui ma ora che ci sono voglio restare a patto di superare, tutti insieme i problemi”.
Quale la soluzione?
“Chiedo a tutti un esame di coscienza. Bisogna ripartire con una nuova mentalità. La Promozione e l’Eccellenza sono il passato, adesso c’è la D che deve costituire una tappa, non certo un punto d’arrivo. Ma per fare il grande salto bisogna crescere, maturare, a cominciare dal sottoscritto. Solo così costruiremo un grande Savoia, altrimenti parliamo del nulla ed io nel nulla non ci voglio stare”.
(Rodolfo Nastro)