13-02-2013 – Una vita dietro la scrivania. Gennaro Brunetti (nella foto), direttore organizzativo del Savoia, è tra i maggiori conoscitori di regolamenti, circolari e tutto ciò che si annovera al mondo della burocrazia calcistica. Non è un caso se, con cadenza quasi periodica, addetti ai lavori di diverse società gli chiedano consigli. Un’esperienza accumulata negli anni e che dallo scorso maggio è al servizio del Savoia. Un vero “signore” nel panorama calcistico attuale nel quale, purtroppo, i valori di un tempo sono messi da parte.
SAVOIA: UN SOGNO – Nola, Pozzuoli, Castel di Sangro, Potenza, Ischia, poi 21 anni a Cava de’ Tirreni.
Quante piazze per Brunetti. Tra queste mancava Torre.
“Ammetto che ho sempre desiderato lavorare qui. In passato sono venuto a Torre da avversario. Ricordo ancora un episodio particolare accaduto negli anni ’70. Venimmo a giocare con la Cavese. L’arbitro era un certo Zumbo di Reggio Calabria. Fu una gara tesissima e mal diretta, ci fu invasione di campo, un parapiglia pauroso. Mi misi in salvo grazie all’intervento del professore Sasso, un’istituzione del Savoia. Sembrerà strano ma in quel momento mi venne forte il desiderio di venire a Torre. Un sogno che ho sempre tenuto nel cassetto, poi quando l’anno scorso, prima della semifinale contro il Gladiator, Nuccio Salvatore propose a me e Nicola questa opportunità, l’ho colta al volo. Era giunta l’occasione di una vita”.
LA SCELTA DI RESTARE – Quando a dicembre, durante l’epurazione di mezza squadra, anche il diesse Dionisio ha rinunciato all’incarico, Brunetti è stato sul punto di poter lasciare.
Anche lui non percepisce alcuno stipendio, eppure non ci ha pensato due volte come ci conferma.
“C’era la Casertana che mi voleva fortemente. Ho ringraziato ma ho detto fermamente no. Io non abbandono la nave nel momento di difficoltà. Non mi interessava rinunciare ad un sicuro ritorno economico. Per me prevalgono i valori e questi mi hanno fatto scegliere il Savoia ed i suoi tifosi. Qui si respira calcio vero, quello che a me piace”.
QUANTE BATTAGLIE – Il direttore Brunetti è una persona decisa e determinata, a lui piace “combattere” fino in fondo per la tutela dei diritti della propria società.
Ma una querelle proprio non gli è andata giù anche perché le cose sono andate diversamente da quanto sperava.
“La lunga squalifica del Giraud è una ferita ancora aperta. Insieme all’avvocato Chiacchio si è fatto di tutto pur di addivenire ad uno sconto di pena ma la sezione della Corte di Giustizia non ha voluto sentire ragioni. Si è creato un precedente giurisprudenziale perché era la prima volta che accadeva un incidente nel quale la persona coinvolta subiva danni fisici. Questo elemento è stato ritenuto determinante e ci ha danneggiato. L’avvocato Chiacchio da grande professionista ha anche rinunciato al suo compenso perché ha vissuto la vicenda come una sorte di mortificazione”.
Il problema è sempre quello inerente la responsabilità oggettiva.
“E’ vero. Il fatto è che tutti, ogni anno, si scaglino contro questo assurdo principio, quasi come crociati pronti a dare battaglia. Ma dopo poco, al primo colpo di spugna di un processo, tutto passa nel dimenticatoio e si attende la prossima vittima”.
I PLAY-OFF- Brunetti fa parte di quella maggioranza della tifoseria (come evidenziato dal nostro precedente sondaggio) che crede nell’utilità dei play-off. E ci spiega il perché.
“Ammesso che riusciremo a raggiungere gli spareggi, meglio essere sempre scaramantici, ritengo che i play-off siano una vetrina tutta da vivere. L’’interesse mediatico degli osservatori, il calore della piazza, sono tutti elementi da tenere in gran considerazione. Nella mia esperienza ho vissuto tanti play-off e vi assicuro che il gioco vale la candela”.
IL SINDACO – Nel summit a Palazzo Criscuolo di lunedì 11, Brunetti ha accompagnato Contino e Verdezza per trovare un accordo con l’Amministrazione sulla questione Giraud.
Al termine dell’incontro il direttore si è dichiarato soddisfatto di quanto emerso.
“Proprio così. Il sindaco ci ha accolto con estrema cordialità ed ha dimostrato, insieme agli altri astanti in rappresentanza dell’Ente, di voler portare avanti un discorso serio e costruttivo al fine di giungere ad un accordo soddisfacente per entrambe le parti. L’intesa è stata raggiunta ed è quanto di meglio potesse emergere”.
IL FUTURO – Brunetti è una sorta di trade union tra soci torresi e Contino.
Vivendo da vicino entrambe le anime della società, che idea si è fatto per il futuro?
“Sono ottimista. Entrambe le parti stanno lavorando per ampliare la compagine societaria. Dico solo che bisogna lasciarli tranquilli perché stanno operando per il bene del Savoia. Leggere ogni giorno di presunte cordate, di nuovi direttori sportivi, di problemi di vario genere, non fa certo bene al Savoia. I tifosi non vanno confusi ma rispettati ed è quanto noi stiamo facendo”.
(Rodolfo Nastro)