12-02-2013 – Quant’è strana la vita di un calciatore. In un niente può cambiare. In pochi, forse nessuno, un mese e mezzo fa avrebbero scommesso su un ritorno alla grande di Gennaro Vitiello (nella foto), il portierino protagonista della promozione in D ma subito accantonato ad inizio stagione con l’arrivo di Loccisano. Ne ha sofferto tantissimo l’estremo torrese che, con determinazione e voglia di mettersi in gioco, ha scalato le preferenze del proprio tecnico, conquistandosi, da cinque turni a questa parte, la titolarità della porta oplontina.
DA NAPOLI A TORRE – Vitiello ci racconta la sua storia che si è evoluta in pochi km, dal capoluogo alla sua città natale, grazie all’amico Donato Rima.
“Ho giocato sei anni nelle giovanili del Napoli, poi a novembre 2010 Rima mi disse che ci sarebbe stata la possibilità di approdare al Savoia. Incontrai il direttore Langella e mister Vitter e subito mi convinsi. Giocare con la maglia del cuore era il massimo, avevo appena 17 anni e stavo vivendo un sogno”.
Poi?
“L’anno scorso ho disputato 26 gare, in pratica ero sempre titolare. Una gioia immensa vivere la doppia promozione che si può capire solo vivendola. La doppia sfida col Gladiator, in Coppa e campionato, l’ultima al Giraud contro il San Sebastiano. Sembrava di essere tra i professionisti. E per un ragazzo di diciannove anni, credetemi, l’emozione è stata enorme”.
IL DUALISMO CON LOCCISANO – Dal campionato vinto all’essere messo in discussione. Quando in estate Dionisio piazzò il “colpo” (almeno così sembrava) Loccisano, reduce da una positiva stagione a Battipaglia, il posto di numero uno sembrava assegnato al nuovo arrivo.
“Sapevo che ci sarebbe stata una bella concorrenza. Gabriele ha iniziato il campionato come titolare, ammetto di aver sofferto ma grazie al preparatore Della Corte ho superato il momento di sconforto. A lui devo davvero tanto, insieme a Rima che mi ha portato a Torre. Sono le due persone alle quali non finirò mai di dire grazie. Della Corte mi ha sempre detto: “mai abbattersi, mai esaltarsi”. Per me quelle parole sono diventate un imperativo e, allenamento dopo allenamento, ho cercato di riconquistare la fiducia del tecnico senza mai alzare la voce o criticare”.
IL RILANCIO – Vitter ad inizio campionato, nonostante Vitiello fosse stato il suo titolare in Eccellenza, l’ha relegato in panchina senza troppe spiegazioni, dandogli solo opportunità nelle poche uscite di Coppa Italia. Con Amura è andata diversamente. Ed è lo stesso Vitiello a raccontarcelo.
“Mister Amura dopo l’esordio col Noto mi ha lanciato tra i pali. Sono stato titolare a Sambiase e contro l’Agropoli. L’errore commesso sull’angolo da cui è nato il loro vantaggio mi è costato la maglia. In quei momenti non sapevo cosa fare. Ammetto che a dicembre ho pensato di andare via ma dopo un colloquio con Amura ho riacquistato fiducia in me stesso. Il mister mi ha detto di stare tranquillo e che il lavoro che stavo facendo sarebbe stato premiato. Ho fatto così ed eccomi, da cinque turni sono titolare”.
VITIELLO COME CATALANO – Una storia comune per i due under di difesa. Entrambi reduci dall’esaltante torneo d’Eccellenza, stravinto, entrambi sotto la mannaia della critica per qualche indecisione di troppo che, orami, fanno parte del passato.
“Io e Sabato siamo stati tartassati. In un certo periodo sembrava che tutte le responsabilità fossero le nostre. Grazie ai compagni ed all’allenatore siamo riusciti a guardare avanti con fiducia ed insieme ci siamo ripresi il nostro posto in difesa che, sia chiaro, non intendiamo mollare”.
SAVOIA DA RECORD – I sedici punti nelle ultime sei gare come nessuno in questo torneo, meglio anche della capolista Acr Messina, hanno rilanciato le quotazioni dei bianchi, lanciatissimi nella zona play-off. Domenica ci sarà un incrocio pericoloso contro la Gelbison diretta inseguitrice.
Sarà la volta buona che il Savoia riuscirà a vincere il primo derby stagionale?
“Puntiamo a questo, non possiamo nasconderci. Le vittorie chiamano altre vittorie, ormai abbiamo intrapreso una strada di successi e non vogliamo fermarci. Ad Acireale abbiamo dimostrato che non lasciamo spazio a nessuno. E poi la Gelbison, all’andata, ha significato l’inizio dei nostri guai, quindi batterli varrebbe doppio”.
(Rodolfo Nastro)