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Pallonetto, il “pendolino Cafù” del Savoia Il terzino destro si racconta a SoloSavoia.it. Bersaglio di critiche inique, con impegno e dedizione è divenuto titolarissimo: “Amo troppo questa maglia”

Pallonetto, il “pendolino Cafù” del Savoia

30-01-2013 – Per un torrese affermarsi nella squadra della propria città è un ostacolo, a volte, insormontabile. In quanti hanno fallito con la maglia bianca, in quanti non ce l’hanno fatta, tra questi, di sicuro non compare Domenico Pallonetto (nella foto). Lui, domenica dopo domenica, è sempre più un titolarissimo nello scacchiere oplontino, pedina inamovibile, a pieno merito, della fascia destra. Mimmo, per gli amici, confida a SOLOSAVOIA.IT le difficoltà iniziali, il momento attuale ed il futuro.

BATTUTTE LE CRITICHEQuante critiche “ad personam” rivolte al fluidificante che, con estrema serenità, replica.

“Ho sempre pensato che chi ha avanzato dubbi strumentali sul sottoscritto, l’ha fatto senza obiettività. L’unico modo per aver ragione era rispondere sul campo, ed oggi nessuno ha più nulla da dire. Ho meritato la maglia bianca e la indosso, gara dopo gara, con onore ed amore incondizionato. Le parole le lascio agli altri, preferisco replicare con i fatti concreti, col campo, l’unico in grado di dare un verdetto oggettivo”.

Forte e chiaro il messaggio di Pallonetto che non nasconde le insidie di chi indossa questa maglia, spesso “bollente”.

“Non è facile giocare con lo scudo sul petto, se poi sei torrese la cosa è ancora più evidente. Non nascondo che ci sono stati, all’inizio della mia carriera, momenti difficili. Ma ho capito che l’unico modo per superarli era metterci sempre il massimo impegno in tutto ciò che facevo. Se oggi posso camminare a testa alta, è perché sono sempre in prima linea davanti agli ostacoli”.

TECNICI DI… FIDUCIADa Vitter ad Amura nulla è cambiato. Entrambi i tecnici hanno individuato in Pallonetto un giocatore imprescindibile nel gioco del Savoia, lui ne va fiero.

“E’ bello avere la fiducia del tuo allenatore. Mi fa sorridere il fatto che qualcuno diceva che giocavo con Vitter perché ero suo “figlio”. Fino a prova contraria, oggi, Amura si comporta allo stesso modo. Forse sono anche figlio suo?”.

Da interno di centrocampo ad esterno difensivo. Pallonetto ha superato, a pieni voti, anche questo esame.

“Con mister Vitter all’inizio giocavo nella zona mediana, poi sono stato spostato in difesa e quest’anno ho sempre giocato sulla fascia destra (eccezion fatta per la gara di Vallo ndr), perché l’allenatore ha voluto che i due esterni difensivi fossero giocatori d’esperienza. Amura mi ha confermato nel ruolo, questo significa che ho offerto anche a lui le giuste garanzie. Confesso che mi trovo molto bene in questa zona del campo, anche perché ho un’ottima intesa con Savarese, col quale gioco da tre anni. Questo mi aiuta anche quando devo propormi in avanti per crossare in area”.

IL RAPPORTO CON I TIFOSIMimmo è tra i beniamini del pubblico. Per lui c’è sempre il sostegno della gente e nel periodo di crisi della squadra la sua permanenza non è mai stata messa in dubbio.

“Mi fa molto piacere che i tifosi mi siano vicini. Questo mi aiuta moltissimo e conferma che loro sono i primi a capire che io gioco sempre per la maglia e la fede per questa squadra”.

L’assenza della curva nei tre mesi di chiusura del Giraud vi ha tarpato le ali.

“E’ così. Sono convinto che con il loro sostegno avremmo vinto le gare contro Agropoli, Ribera e Comprensorio Montalto. Adesso ci stiamo riprendendo e confesso che non mi sarei mai aspettato di ottenere così tanti punti nelle ultime cinque gare, anche perché ci manca la vittoria di Palazzolo. I tifosi, in tutto questo, sono stati determinanti”.

AD ACIREALE PER VINCERE – Il gemellaggio tra le tifoserie è molto sentito, acesi ed oplontini sono uniti da una forte e sincero legame di amicizia. Non si sa ancora se la gara si giocherà a porte aperte.

Come pensate di onorare questa delicata partita, anche dal punto di vista della classifica?

“Non ho dubbi: andremo ad Acireale per i tre punti. Questo è l’unico modo per onorare al meglio il gemellaggio tra le tifoserie.  Ricordo ancora, quando c’era il gemellaggio con la Juve Stabia, lo spettacolo di tifo che fu offerto ad Avellino per lo spareggio per la B. Sentire le due tifoserie sostenersi reciprocamente, nonostante in palio ci fosse tantissimo, ha onorato quella giornata ed è quanto noi faremo al “Tupparello”, nonostante entrambe siamo alla ricerca di punti per obiettivi diametralmente opposti”.

OBIETTIVO TERZO POSTOSe l’Acireale è alla disperata ricerca di punti salvezza per evitare, almeno, la retrocessione diretta (il Noto è in clamoroso recupero), qual è l’obiettivo stagionale del Savoia?

“Abbiamo raggiunto il quarto posto ed intendiamo rimanere, stabilmente, nei play off. Ce lo meritiamo e per noi sarebbe motivo di orgoglio e riscatto nei confronti di una stagione davvero strana, culminata con la crisi di novembre e la rivoluzione nella rosa di dicembre. In quel caso abbiamo salutato tanti compagni e, nel contempo, sono arrivati giocatori di spessore. Non entro nel merito della vicenda perché la società fa il suo e noi dobbiamo rispettarne le decisioni prese da chi ci gestisce”.

Quindi sarà la quarta piazza il vostro punto d’arrivo?

“Sono convinto che il terzo posto è alla portata. Ritengo che la Gelbison non abbia nulla più di noi. Tra due domeniche l’affronteremo al Giraud e sarà l’occasione per vincere e vendicarci dell’andata che, tra l’altro, costò la panchina a mister Vitter. Ma pensiamo una gara per volta. Adesso sotto con l’Acireale”.

(Rodolfo Nastro)





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