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CASO STIPENDI. Il Savoia chiarisce In esclusiva la dura reazione del presidente Verdezza, il disappunto di Contino e la testimonianza di Giraldi

CASO STIPENDI. Il Savoia chiarisce

25-01-2013 – Savoia senza pace. Proprio nel momento in cui, grazie ai risultati positivi dell’ultimo periodo, il clima si era rasserenato, col ritorno dei tifosi al Giraud e la risalita in classifica, ci si è messo qualche ex calciatore dei bianchi a “destabilizzare” l’ambiente. Come? Utilizzando il più popolare dei social network per attaccare la società.

LE CRITICHE DEGLI EX – I loro nomi non sono un mistero: Ciro Ianniello, Marco Incoronato e Gianluca Esposito. Sono stati loro, “i grandi epurati” di dicembre, a gettare veleno nei confronti della società, diffondendo, più o meno direttamente, voci che li vedrebbero avanzare alcune competenze di quanto pattuito in sede di firma del contratto col Savoia. Le loro esternazioni hanno fatto, rapidamente, il giro di facebook e non solo, così questa sera il presidente Verdezza ha sentito il dovere di intervenire diffondendo una nota stampa di diffida.

LA REAZIONE DI VERDEZZA – Il massimo dirigente del sodalizio oplontino, attraverso il sito ufficiale, ha utilizzato forme verbali molto decise ma “generiche”, così lo abbiamo contattato per entrare nel dettaglio del suo j’accuse.  Ecco il suo sfogo.

“Mi sono stancato. Non è possibile essere attaccati ed accusati e, in alcuni casi, subire veri e propri ricatti da persone cui ho dato tanto, ricevendo in cambio solo astio. Le dirò di più, per uno di loro, incontrerò martedì il mio legale per valutare se ci sono le condizioni per poter procedere giudizialmente. Ho il dovere di difendere il mio buon nome e quello della società che rappresento”.

Verdezza, notoriamente diplomatico, ha perso davvero le staffe e continua nella sua “arringa”, individuando in un calciatore quello che più di tutti l’ha deluso.

“Mi riferisco a Ciro Ianniello. L’ho trattato come un figlio e venire a conoscenza delle sue lamentele mi ha fatto male. Per me è stato un tradimento. A questo punto che devo pensare, che anche le lacrime che ha versato il giorno in cui è andato via, nonostante gli avessi chiesto di rimanere perché lui non faceva parte dei giocatori che volevamo allontanare, erano lacrime non sincere? Una vera delusione. Mi piacerebbe incontrarlo per capire cosa gli stia succedendo”.

Il presidente rimarca un passaggio fondamentale, riportato anche nel comunicato.

“Al di là di tutto, ognuno dei giocatori che ha lasciato il Savoia, al momento della nostra consegna della lista di svincolo ci ha firmato la liberatoria, unico atto ufficiale che dimostra che nessuno ha nulla da pretendere da noi”.

Per dovere di cronaca, abbiamo tentato più volte di contattare Ciro Ianniello e Marco Incoronato senza avere risposta né al telefono, né ai nostri messaggi.

IL DISAPPUNTO DI CONTINO – Raggiungiamo telefonicamente il patron avellinese, intento davanti alla tv per assistere ad un programma elettorale. Volentieri distoglie l’interesse dalle fumose parole del dibattito per rilasciarci poche ma significative riflessioni.

“Non mi va di parlare dei singoli. Di certo questo atteggiamento di qualche ex calciatore mi fa dire, col senno di poi, che abbiamo fatto benissimo a togliere le mele marce dal Savoia. Non a caso dal loro addio la squadra ha ritrovato compattezza e spirito di gruppo e, di conseguenza, sono tornati i risultati. Non aggiungo altro, sono già concentrato alla gara con la Vibonese, nella quale mi attendo un Giraud colmo di tifosi festanti e calorosi”.

GIRALDI CHIARISCE – Tra gli ex tirati in ballo, seppur indirettamente, anche Francesco Giraldi. Le sue parole risultano molto importanti.

“Io non ho nulla da ricevere dal Savoia. Anzi, al mio arrivo ho avuto anche una mensilità anticipata. Sono stato trattato benissimo da tutti, dal presidente ai tifosi, mi sono sentito a casa. Per me Torre Annunziata resterà sempre nel cuore. Eppoi non è detto che i nostri destini non possano incrociarsi nuovamente, ne sarei onorato”.

Giraldi vuol sottolineare le ragioni che lo hanno spinto a lasciare i bianchi.

“Nel momento in cui i programmi erano cambiati e la promozione diretta era diventata irraggiungibile, il direttore sportivo mi ha chiaramente detto che la società, in una politica di sano bilancio, si vedeva nella necessità di ridurre il monte ingaggi. Per questa ragione ho preferito andare altrove per assicurarmi qualcosa in più, proprio perché ho una famiglia, un bambino piccolo e vivo di calcio. Posso solo dire che in D, Savoia ed Agropoli sono tra le pochissime società in regola con gli stipendi, altro non aggiungo”.

(Rodolfo Nastro)





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