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L’INCHIESTA. La “solita” Giustizia Sportiva Ad Acireale a porte chiuse. Rovinata la festa dell’amicizia. Seppur indirettamente, Savoia ancora penalizzato. Ma c’è di più…

L’INCHIESTA. La “solita” Giustizia Sportiva

23-01-2013 – Una giustizia sportiva… ingiusta. Sembra un gioco di parole ma è la triste, ed a tratti sconcertante, realtà che vivono gli organi giudiziari federali. E’ sempre più evidente l’utilizzo di due pesi e due misure tra diverse categorie. Dai Professionisti ai Dilettanti sembrano passare anni luce, eppure gli organi federali fanno capo sempre e comunque alla F.I.G.C.: il regolamento è sempre lo stesso, unico per tutti. Ma purtroppo le cose stanno in maniera diversa. Episodi di violenza, atti teppistici, comportamenti discriminatori, errori tecnici e tutta la galassia oggetto dell’intervento della giustizia sportiva, rischiano di sfuggire di mano e passare per l’ennesima farsa all’italiana. A questo si aggiunga la “confusione” messa in atto dai vari comitati presso il Ministero degli Interni e ci riferiamo all’Osservatorio Nazionale per Le Manifestazioni Sportive ed al Casms che, con estrema superficialità, individuano a rischio e, pertanto, impongono divieti di vario genere, sempre nei confronti delle stesse società, colpendo le relative tifoserie. La criticità da acuta rischia di diventare cronica. E così non va bene. Ad ulteriore conferma di quanto esposto riprendiamo, testualmente, alcuni passaggi di comunicati ufficiali di giustizia sportiva di tre diversi campionati, tutti riferiti ad episodi accaduti nell’ultima di campionato. Episodi, di simile gravità, puniti in maniera completamente diversa. Guarda caso, pian piano che si scende di categoria, la punizione è sempre più evidente con interventi “giustizialisti” in D.

GLI EPISODI – Ecco il primo episodio: “…alla Soc. JUVENTUS per avere suoi sostenitori, al 44° del primo tempo e al 31° del secondo tempo, indirizzato alla tifoseria di altra squadra un coro costituente espressione di discriminazione territoriale (c.u. n 131 g.s. Serie A)…”.

Passiamo al secondo: “…alla SALERNITANA 1919 S.R.L. perchè propri sostenitori in campo avverso introducevano e accendevano nel proprio settore diversi fumogeni e facevano esplodere alcuni petardi, senza conseguenze; gli stessi, più volte durante la gara, lanciavano sul terreno di gioco numerosi oggetti fra i quali alcuni seggiolini divelti dalla tribuna ed un sasso di notevole grandezza che cadevano sul terreno di gioco senza colpire; gli stessi nell’intervallo della gara tentavano di venire a contatto con l’opposta tifoseria verso la quale lanciavano numerosi oggetti; il pronto intervento delle forze dell’ordine evitava il contatto con l’opposta tifoseria; i medesimi tifosi aggredivano le forze dell’ordine provocando il ferimento di tre militari dell’arma dei carabinieri; si precisa che i più facinorosi fra i sostenitori, stimabili in una cinquantina agivano a volto coperto (c.u. n. 109/307 g.s. Lega Pro)…”.

Ecco il terzo: “…all’ACIREALE CALCIO 1946 SRL Per avere propri sostenitori:

- al 42º del secondo tempo, lanciato contro un A.A. una pietra del diametro di 2 cm che colpiva l’Ufficiale di gara alla nuca. Nella circostanza venivano rivolte al medesimo A.A. espressioni irriguardose ed ingiuriose.

- al termine della gara, rivolto espressioni offensive all’indirizzo dei calciatori e dei dirigenti della società ospitata determinando una situazione di tensione che rendeva necessario l’intervento della Forza Pubblica.

Per mancanza di acqua calda nello spogliatoio riservato all’Arbitro. (c.u. n. 90 g.s. L.N.D.)…”.

LE DECISIONI – E adesso veniamo alle singole decisioni, emesse dallo stesso grado di giustizia federale ma da tre giudici diversi: Gianpaolo Tosel per la Lega di A, Pasquale Marino per la Lega Pro, Francesco Riccio in serie D. Sull’episodio di sua competenza, Tosel ha comminato una semplice ammenda di eur 10.000,00 alla società Juventus, nonostante, pochi giorni prima, le determinazioni dell’Osservatorio per le manifestazioni sportive, prevedessero, in caso di comportamenti come quelli messi in essere dai sostenitori bianconeri, punizioni ben più “forti”, sino alla sospensione della gara ed alla squalifica del campo. Episodio simile ma ancor più grave messo in atto, qualche mese fa, dai tifosi dell’Hellas Verona (Serie B) che irrisero alla memoria dello sfortunato giocatore del Livorno, Morosini. Anche in quell’occasione fu comminata una semplice ammenda.

Passiamo all’esito assurdo relazionato, relativamente al comportamento dei tifosi della Salernitana, in occasione della gara di Aversa. Decisione finale? Squalifica del campo? Diffida dello stesso? Mega multa? Macchè: una iniqua ammenda di eur 15.000,00!!!

Infine, la decisione di Riccio (lo stesso che ha deciso su Pomigliano-Savoia) sui fatti di Acireale. Leggendo quella relativa agli episodi di Aversa ci si potrebbe attendere una multa, invece, ecco la mannaia:  euro 2.000,00 di ammenda ed una gara a porte chiuse!

ACIREALE-SAVOIA SENZA TIFOSI – Con l’ultima estrema decisione, il giudice sportivo Riccio ha privato due tifoserie da anni gemellate, di vivere insieme un indimenticabile pomeriggio di sport il prossimo 3 febbraio. Gli ultras erano già pronti al conto alla rovescia per rendere visita agli “amici” acesi dopo la partita di andata vissuta insieme, all’esterno del Giraud (nella foto). Un modo per stare insieme e vivere un legame che va al di là del calcio. Ma un sassolino del diametro di 2 centimetri (!!!) ha negato tutto.

CASO SAVOIA – Abbiamo riportato questi tre episodi esemplificativi di una situazione davvero inadeguata in seno alla giustizia federale. Ne avremmo potuti menzionare tanti altri ma l’esito sarebbe stato sempre lo stesso: purtroppo, la giustizia non è uguale per tutti. E tra i più tartassati chi, finora, è tra quelli che ha subìto di più? Nessun dubbio, il Savoia ed i suoi tifosi. La decisione del Prefetto di Siracusa, che ha permesso agli ultras di seguire la squadra a Palazzolo, sarebbe dovuta essere la normalità. Invece, è divenuto un episodio, finora unico, in tutto il campionato. La squalifica del Giraud per un intero girone d’andata (8 gare casalinghe su 9), il perenne divieto di assistere alle gare in trasferta, sancito dall’Osservatorio e dal Casms, cui si adeguano, sempre (con la sola eccezione della gara di Palazzolo), le Prefetture competenti, le numerose “sviste” arbitrali, a solo discapito dei bianchi, come la mancata espulsione di Cerquetani della Cavese dopo la doppia ammonizione, le reti “regolari” annullate nel “deserto” del Giraud, costituiscono tanti, troppi tasselli di un unico, preoccupante mosaico. Il Savoia non ”conta” nei palazzi. Scagliarsi contro un’intera tifoseria, gettare l’onta del disonore su una città, è quasi diventata la prassi. Ma guai a farci l’abitudine. I tifosi stanno già facendo tanto, ma la società e specialmente il sindaco e la sua Amministrazione, anziché essere immobili (e le condizioni pietose in cui versa il Giraud ne sono un evidente esempio) hanno il dovere, non solo morale, di darsi una mossa. Il più antico vessillo sportivo cittadino, vanto di tutti, va preservato, non offeso.

(Rodolfo Nastro)





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