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Savarese, quando la classe non conosce categoria Il fantasista: "Devo tanto a Vitter. Il mio segreto? Impegno e serietà". E Amura lo elogia: "E' la luce del Savoia, un calciatore imprescindibile"

Savarese, quando la classe non conosce categoria

08-01-2013 – La bellissima triangolazione che domenica scorsa ha portato al raddoppio di Pallonetto nella vittoriosa gara col Ragusa è solo l’ultima “chicca” di un giocatore che con impegno, costanza, qualità tecniche e, specialmente, poche parole e mai fuori posto, si è ritagliato un ruolo da “titolarissimo” nell’undici oplontino. Stiamo parlando di Giuseppe Savarese (nella foto), trentenne trequartista offensivo del Savoia, vera spina nel fianco per le difese avversarie.

DA VITTER AD AMURA…SEMPRE TITOLARE – La parabola ascendente di Savarese è iniziata in Promozione, tre stagioni fa, allorquando l’allora tecnico Pasquale Vitter decise di puntare su questo “rude” ragazzo che nascondeva un tesoro tecnico tutto da far emergere. Fu una scelta vincente. Tre anni di progressi costanti, quanti ballottaggi superati, quanti ostacoli, dalla Promozione alla D, con una semplicità di gioco davvero disarmante. Oggi Savarese ricorda l’inizio della sua esperienza.

“Ringrazierò sempre mister Vitter. Ha creduto in me dal primo momento, mi ha sempre aiutato e se adesso sono titolare in D, per gran parte lo devo a lui”.

Giuseppe non dimentica e, da fedelissimo di Vitter, si è conquistato il ruolo di titolarissimo con Amura, a scapito di un certo Rabbeni, giunto in estate col chiaro intento di essere il titolare della fascia destra, costretto a fare le valige da pochi giorni.

“E’ vero. Sapevo che l’arrivo di Rabbeni avrebbe messo a rischio il mio posto ma con l’impegno e la serenità in quel che facevo ho guardato avanti senza mai spaventarmi. Confesso di essere onorato di godere della fiducia anche di mister Amura, considerato che al suo arrivo poteva esserci qualche rischio in più per me”.

FUORI DALL’EPURAZIONE – Altro elemento da considerare è quello caratteriale. Savarese ha dimostrato in questi mesi, con la nuova dirigenza, tanta maturità. Nessuna polemica e, non a caso nell’epurazione di dicembre, il suo nome non è stato, assolutamente, scalfito. La maglia numero 7 è la sua e se la tiene ben stretta.

“Finora il presidente e tutti i dirigenti hanno sempre avuto belle parole per me. Io sono fatto così, non mi piace parlare, lo faccio solo in campo, quello sì. Sono abituato a scaricare tensioni, rabbia e tutto ciò che possa sentire, sul terreno di gioco. Cerco sempre di stare il massimo, a volte ci riesco, altre no, ma di certo gioco sempre per questa maglia che sono felicissimo di indossare”.

3 GOL, TANTA QUALITA’ – Nelle 17 presenze al suo attivo, con 1424 minuti giocati, Savarese è andato in rete tre volte. Ma quanti assist, rigori procurati e occasioni sotto porta, per un calciatore, l’unico in squadra, dopo l’addio di Ianneillo, in grado di saltare l’avversario.

Dal 4-2-3-1 al 4-3-3 Savarese ci confida il modulo che ritiene più adatto al suo gioco.

“Preferisco il 4-2-3-1 perché mi consente di creare un tempo di più nella giocata. Mi spiego meglio. Con questo modulo il difensore sulla fascia si trova disorientato perché va in inferiorità. Così posso liberarmi al limite e creare un’azione pericolosa. D’altronde il gol che Mimmo ha segnato domenica viene proprio da una sua sovrapposizione sulla fascia. Conoscendo la sua velocità, specie in fase di partenza dell’azione, sapevo che l’avrei trovato all’appuntamento col mio passaggio e così è stato, il gol la conseguenza cercata e voluta”.

Domenica scorsa avete ritrovato il tifo del Giraud. Quali le sensazioni?

“E’ sempre bello ed emozionante vedere i nostri tifosi. Li abbiamo sentiti per tutta la gara, ci hanno sostenuto costantemente ed a fine partita, nello spogliatoio, abbiamo riflettuto su quanto ci sia mancato in questi durissimi quattro mesi, il loro sostegno. Non finiremo mai di ringraziarli. Noi giochiamo per loro, per la viscerale fede che hanno per questo vessillo”.

IL GIUDIZIO DEL TECNICO – Abbiamo chiesto ad Amura la ragione che ha spinta prima Vitter, poi lui a schierare ocn continuità Savarese, pure in momenti di maggior appannamento.

“Giuseppe è un calciatore imprescindibile, perché oltre ad eccezionali doti tecniche rende semplice ogni giocata, nel senso che quando la palla arriva a lui, quasi sempre, nasce un’azione da gol. In pratica lo ritengo l’uomo in grado di accendere la luce a questa squadra, in qualsiasi momento. Una fortuna averlo con noi, non ci rinuncerei mai”.

(Rodolfo Nastro)





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