http://www.solosavoia.it/2012/11/17/amura-fuori-i-colpevoli/

Amura: “Fuori i colpevoli” Ancora una volta gli errori difensivi frenano i bianchi. Sorgono dubbi e la domanda è lecita: qualcuno rema contro il Savoia?

Amura: “Fuori i colpevoli”18-11-2012 – Savoia, è caccia alle streghe. La sconfitta subita a Licata ha aperto una nuova, intensa, parentesi di tensioni e polemiche. Di chi la colpa? C’è chi punta il dito contro la società, per le divisioni interne sfociate nella pseudo riunione di giovedì sera con il tentativo di ricostruire una nuova cordata; c’è chi accusa i giocatori per scarso impegno, c’è chi attacca, senza mezzi termini, l’allenatore. Ed è proprio con Salvatore Amura (nella foto) che abbiamo voluto riflettere sulla prima sconfitta della sua gestione con tutte le conseguenze del caso.

PUNITI OLTRE I NOSTRI DEMERITI“Siamo usciti dal campo tra gli applausi del pubblico avversario, ricevendo i complimenti degli addetti ai lavori locali. Se a Licata c’era una squadra che avrebbe meritato di prevalere questa era il Savoia”.

Il tecnico difende le sue scelte.
“Ho preferito iniziare con Perretta al posto di Manfrellotti perché sa fare meglio la fase di contenimento. Con Nasto fisso sul capitano del Licata, ho cercato di chiudere le loro fonti di ispirazione. Tutto stava filando liscio, poi è giunto quel rigore a rovinare tutto”.

Amura si rammarica per le tante, troppe occasioni gettate al vento sotto porta.
“Sono stato accusato di utilizzare una tattica poco offensiva, eppure, a conti fatti, abbiamo creato sei, sette palle gol. Guarro, Savarese, Manfrellotti, Rabbeni, hanno avuto tutti l’occasione per segnare ma per imprecisione, per sfortuna, per le parate del portiere avversario, nessuno di loro è andato in gol”.

ESPOSITO, ERRORI DETERMINANTI – Ma le pecche più gravi sono quelle nel reparto arretrato, La settimana scorsa Catalano era stato messo sul banco degli imputati, ed oggi, è rimasto fuori. A Licata è stato Esposito il protagonista negativo. Prima ha procurato il rigore, poi nel momento di maggior pressione del Savoia, alla ricerca del pari, ha letteralmente “regalato” il raddoppio al Licata con uno sciagurato retropassaggio.

“L’errore sul secondo gol è qualcosa di allucinante, inconcepibile. Non riesco ancora a capire come sia potuto accadere. Ancora una volta ci siamo fatti male da soli”.

NON MI DIMETTOLa realtà dice che il Savoia è in crisi di risultati. Alla luce di ciò, pensa alle dimissioni?

“Assolutamente no. Io ho la coscienza a posto. Metto tutto l’impegno possibile nel mio lavoro e non devo certo nascondermi. Capisco benissimo che nel calcio sono i risultati a determinare le fortune di un tecnico. A Licata il mio collega Romano, da quando si è seduto in panchina ha vinto 4 gare su cinque ed ora è osannato da tutti. A me le cose stanno andando in maniera diversa. Per questo dico che io non mi dimetto ma se la società ritenesse opportuno esonerarmi, sono a disposizione”.

Magari col ritorno di Vitter?
“Preferisco non commentare questa possibilità, perché se dovesse accadere diventeremmo la barzelletta d’Italia”.

FUORI I COLPEVOLI – Durante la settimana avevamo chiesto al tecnico se ritenesse che qualcuno gli remasse contro, magari qualche “fedelissimo” di Vitter. E lui aveva respinto questa ipotesi. Oggi, alla luce di quanto accaduto, gli riproponiamo lo stesso quesito. Stavolta la risposta è diversa…

“A questo punto qualche dubbio mi viene. Mi spiace doverlo dire ma le cose stanno andando avanti in maniera molto strana. Credo sia giunto il momento di uscire allo scoperto e, magari, chi ha delle responsabilità, dovrà essere concretamente redarguito. ”Perché non è giusto che società, allenatore e la stessa squadra paghino per gli errori continui di qualcuno.

Parole pesanti come macigni che, alla ripresa degli allenamenti necessiteranno di un lungo e duro faccia a faccia per mettere da parte tutti i dubbi o, nel caso confermare le perplessità suscitate nelle ultime uscite. Gli infortuni difensivi contro Sambiase, Agropoli, Ribera e Licata, richiedono un attento esame. La società con i suoi sacrifici economici, l’allenatore e buona parte della squadra che ci mette il cuore ed i tifosi che soffrono quotidianamente questo difficile momento, hanno tutto il diritto di conoscere la verità. Basta nascondersi. Bisogna fare chiarezza prima che sia troppo tardi. Il giocattolo si può ancora riparare!

(Redazione)





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