18-10-2012 – E’ proprio vero che nel calcio basta una vittoria per scacciare tutti i fantasmi ed i venti di crisi. Così il successo sul Noto ha rappresentato, con ogni probabilità, un vero spartiacque nella stagione dei bianchi.
TRANQUILLITA’ RITROVATA – Distanti anni luce le tensioni di appena sette giorni fa, fuori dal Giraud, a fine allenamento, i giocatori hanno volti distesi. C’è capitan Guarro che ci mostra, con orgoglio, la sua famiglia impreziosita dall’arrivo della piccola Rosa Anna. Col sorriso il capitano ci confessa (anche perché a pochi metri c’è Borrelli): “Domenica ho avuto la possibilità di segnare e dedicare il gol a mia figlia, invece, sono stato tanto generoso da regalare l’occasione a Borrelli che non poteva sbagliare”. Ecco Borrelli. “Grazie capitano, il gol per me ci voleva proprio. E poi tu sei anche rigorista!”. Chiuso il simpatico e significativo siparietto tra i due, a dimostrazione di un ritrovato spirito in squadra, passiamo ad ascoltare due giovani: Sasà Manfrellotti (nella foto) e Sabato Catalano, trentotto anni in due che, nelle ultime gare erano stati accantonati da Vitter e, a sorpresa, rilanciati nella mischia da Amura.
FUORI SI SOFFRE – E’ chiaro che non giocare è quanto di peggio possa chiedere un calciatore. I due lo confessano.
“Ho probabilmente meritato di stare fuori, il tecnico sceglie sempre per il meglio – asserisce Manfrellotti – Dalla panchina ho tifato per Perretta ma è chiaro che la voglia di rientrare era forte, così ho raddoppiato gli sforzi in allenamento per farmi trovare pronto. Ringrazio mister Amura che domenica mi ha dato l’occasione di giocare”.
Una scommessa subito vinta, perché, al di là del gol che ha chiuso, definitivamente, ogni velleità del Noto, Manfrellotti ha disputato la sua migliore partita col Savoia, mettendo in campo quel carattere e quella giusta cattiveria agonistica che, finora, era mancata.
“E’ vero. Sarà stata la rabbia che avevo dentro perché ero stato fuori, o forse il modo per scaricare le tensioni della scorsa settimana. Non lo so ma una cosa è certa, dai primi minuti ho subito capito che stavo giocando con lo spirito che il mister mi aveva chiesto”.
Forse per i giovani la tattica del bastone e della carota serve. Essere sicuri del posto può farli rilassare troppo e si rischia di inciampare in gare no. Lo stesso Sabato Catalano se ne è reso conto dopo la sconfitta di Vibo Valentia.
“E’ possibile – evidenzia il difensore – Ma non credo che sia l’unica spiegazione, almeno per me. Questo perchè mi sono sempre allenato allo stesso modo ed ho cercato di mantenere alta la concentrazione. Il fatto è che ho saltato quasi tutta la preparazione per l’infortunio che ho subito in ritiro e se aggiungiamo che, in genere, riesco ad entrare in forma solo a metà novembre, ci può stare che in questo periodo abbia alternato gare positive ad altre prove meno esaltanti”.
LAVORO TATTICO IN ALLENAMENTO – Che Sasà Amura prepari le gare con estrema attenzione, i giocatori lo hanno capito da subito. Certo contro il Noto si era reduci da una settimana “particolare”, quindi il modus operandi del tecnico non era ancora svelato. Questa settimana le cose sono cambiate.
“Il mister non ci impegna tanto sotto l’aspetto fisco – afferma Manfrellotti – ma lavora molto su tecnica e tattica. Proviamo diverse soluzioni di gioco per essere pronti, anche durante la gara, a cambiare assetto ed uomini per tentare di avere la meglio sugli avversari”.
Estrema perizia, Amura, da difensore puro, la adotta nei movimenti del settore arretrato, non a caso, domenica scorsa, per la prima volta il Savoia non ha preso gol al Giraud. Catalano ce lo conferma.
“Il mister pone particolare attenzione alla fase difensiva, specialmente, nei movimenti senza palla. Amura non vuole rischiare che la difesa si faccia trovare impreparata in eventuali ripartenze avversarie, così ognuno di noi deve sempre sapere quale posto occupare e quando è in grado di sganciarsi, perché coperto da un altro compagno. I fluidificanti sono quelli chiamati al maggior sacrificio”.
QUANTE INSIDIE IN D – Dalla Promozione alla D nel giro di due stagioni. Un doppio salto di categoria che, però, ha significato pure amplificare le difficoltà.
“Nulla a che vedere con l’Eccellenza – ammette Catalano – L’anno scorso c’erano solo due squadre, noi ed il Galdiator e solo pochi attaccanti pericolosi. Quest’anno, in ogni partita, le insidie sono dietro l’angolo. Le punte con le quali devo vedermela, sono sempre più brave e preparate. Ecco perché un minimo errore è subito punito. L’ho provato sulla mia pelle a Vibo e, domenica scorsa, se non fosse stato per Guarro, la mia errata chiusura sul loro attaccante avrebbe potuto provocare il gol del Noto. Sbagliare ci sta ma bisogna farlo il meno possibile”.
E sotto porta? Cosa ne pensa Manfrellotti.
“Meglio non avere contro i difensori del Savoia! Questo è certo e non lo dico per piaggeria. Sono convinto che abbiamo una delle migliori difese del campionato. Sabato ha ragione nel dire che gli attaccanti in D sono pericolosissimi. Ed è vero che ogni attaccante, al di là delle proprie qualità, cerca sempre di sfruttare gli errori dei difensori avversari. Ma questo è il calcio e sarà sempre così, molti gol nascono proprio dagli svarioni avversari. L’opportunismo è il pane per i bomber”.
A proposito di gol, nei concitati momenti nei quali Manfrellotti, domenica scorsa, dopo il gol era stato vittima di una improvvisa crisi respiratoria e di una semi perdita di conoscenza, il momento in cui si è capito che tutto era tornato alla normalità è stato quando il massaggiatore dei bianchi, Gerardo Apicella gli ha rivolto una domanda che lo stesso attaccante ci svela.
“Mi ha chiesto quanti gol avevo segnato e quanto ne avrei voluti ancora segnare. Ho risposto che ho fatto 5 gol (3 in campionato, 2 in Coppa Italia ndr), su quanti ne vorrei realizzare, permettetemi di tenere questo piccolo segreto che svelerò solo a fine campionato”.
QUANDO I GIOVANI “SOSTENGONO” GLI OVER – L’ultima gara ha evidenziato una curiosità interessante. Ottima la prestazione di Manfrellotti, positiva quella di Catalano. Il fatto è che i loro “pari” ruolo over stanno vivendo un momento non proprio esaltante. Ci riferiamo, per situazioni diverse, ad Incoronato ed Esposito. Sul bomber le belle parole di Manfrellotti.
“Marco è un modello, in allenamento cerco di imparare da lui. Lo seguo sempre perché è un grande ed io mi ritengo fortunato a giocarci insieme. Può capitare a tutti i goleador di non segnare per qualche gara ma Marco riesce a sopperire alla mancanza di gol con partite di estremo sacrificio, con movimenti tali da crearci gli spazi giusti per renderci pericolosi sotto la porta avversaria. Sono convinto che, a breve, magari già col Sambiase, tornerà al gol perché la porta come la vede lui in pochi lo fanno”.
Su Esposito si esprime Catalano.
“Gianluca è una dei punti di riferimento non solo per noi difensori ma per tutta la squadra. Si espone sempre in prima persona per difendere i compagni. E’ un vero e proprio uomo spogliatoio fondamentale per noi. Su quanto detto la scorsa settimana ai tifosi, si è trattato di uno sfogo che va compreso in un momento di tensione, in una settimana particolare nella quale, ancora una volta Gianluca si è voluto esporre per tutti noi. Ma la cosa è superata e la sua esperienza potrà risultare determinante per il prosieguo del campionato”.
(Rodolfo Nastro)