09-10-2012 – Il Savoia ha trovato il suo guerriero. Questo l’appellativo di Sasà Amura (nella foto) ai tempi in cui vestiva la casacca bianca e con i calzettoni abbassati e la grinta di un leone, non lasciava un pallone, non tirava mai indietro la gamba, uscendo sempre dal campo esausto. Sarà stato questo spirito combattivo, sarà stato che Amura ha indossato la maglia oplontina per ben 10 anni ma la scelta operata, in prima persona, da Nicola Dionisio, è piaciuta ai tifosi. Tanti i cori e gli applausi per il neo tecnico nell’affollatissima conferenza di presentazione. E’ evidente che ci si attende tanto da una bandiera. Di sicuro il Savoia non dovrà più vestire i panni del eroe del mito Arleo, leone in casa, agnello fuori. La figuraccia di Vallo insegna.
DIONISIO – Il primo a pendere la parola è il diesse Nicola Dionisio. Un tour de force da guinness. Da ieri pomeriggio alle 18, ora dell’esonero di Vitter, ad oggi, ironia della sorte, stesso orario, per conoscere il successore dell’ex tecnico. Ventiquattrore intensissime che lo stesso dirigente ammette.
“E’ stato massacrante ma, alla fine siamo riusciti a rivedere la luce. Mi assumo tutte le responsabilità sulla scelta di Salvatore Amura che ritengo la persona al posto giusto nel momento giusto”.
Tre affermazioni che la dicono lunga sulle convinzioni di Dionisio.
“Intendo sottolineare che non c’era nessun disegno preordinato di far fuori Vitter per prendere Amura. Qualcuno, in giornata, ha messo in giro questa voce ed io la smentisco categoricamente. Figuratevi che il direttore generale Nuccio Salvatore si è opposto, sin da subito, alla scelta di Amura. Lui voleva un altro tecnico (Papagni ndr), figuriamoci se avevamo tutto pronto da tempo”.
Una scelta inattesa e dolorosa che si è presa a fatica.
“E’ vero. Quando si cambia allenatore, la sconfitta è di tutti. Ma abbiamo posto rimedio, a malincuore, ad una situazione che rischiava di compromettere il nostro cammino in campionato. In effetti abbiamo iniziato con l’obiettivo di un campionato tranquillo, quando poi ci siamo misurati con i nostri avversari, abbiamo capito che potevamo giocarcela per il primato. A questo Vitter non c’è stato, ed ecco la decisione presa”.
Gli obiettivi, a questo punto, sono chiari. La vittoria del campionato!
“Ci tenteremo fino all’ultima giornata. Amura ha sposato, in pieno, il nostro progetto ed andiamo avanti insieme e più determinati che mai”.
SALVATORE – Il diggì Carmine Salvatore ci chiarisce, a scanso di ulteriori equivoci, le parole di Dionisio sul suo conto.
“Non volevo Amura perché per me è come un fratello. Già c’è chi dice che sono stato io il regista di questo cambio in panchina. Sto soffrendo molto per questa situazione. Non è assolutamente vero. Vitter ed Amura sono due amici che non tradirei mai”.
VERDEZZA – L’attesa per ascoltare il nuovo tecnico aumenta, ma la parola viene passata prima al presidente Verdezza.
“Permettetemi di ringraziare Vitter per tutto quello che ha fatto in questi anni. Se oggi siamo in D, lo dobbiamo a lui. E’ riuscito insieme a tutti noi, con anni di sacrifici, a riportare il Savoia nel calcio vero. Purtroppo fa parte del gioco anche la decisione di cambiare strada. Contino ha voluto questo ed io l’ho appoggiato. Anche se è difficile. In pochi mesi abbiamo perso Ottobre e Vitter, vere anime di questa squadra”.
Al presidente viene rivolta precisa domanda sulle future novità societarie. Si attende l’incontro dal notaio per fissare le nuove quote. Come saranno ripartite?
“Quando abbiamo trasformato il Savoia in società di capitali, abbiamo deciso di dividere le quote, in parti uguali, al 12,5%. Ma questo è sulla carta, perché, da uomini di onore e di parola, la verità è che noi torresi contribuiamo per il 50%, per la stessa quota interviene la cordata avellinese. Finora ognuno di noi ha mantenuto i propri impegni e non vedo nessuna nube all’orizzonte”.
Se l’ex allenatore Vitter, dovesse decidere di uscire dalla società, la quota attualmente detenuta, in sua vece dal fratello, da chi sarebbe supportata?
“Saranno i soci torresi a sobbarcasi l’impegno economico che dovesse derivare da un’eventuale uscita di Vitter”.
CONTINO – A chiudere gli interventi del gruppo societario, non a caso, è il patron Sergio Contino, colui che ha voluto, con decisione, il cambio alla guida tecnica.
“Per me è normale avere un confronto dialettico con l’allenatore, nel passato ho fatto pure peggio. Se non sono libero di criticare, allora siamo alla frutta. Se parlo lo faccio, comunque, nel rispetto del lavoro di tutti ma con l’occhio dell’osservatore. Domenica scorsa tutti noi presenti in tribuna abbiamo visto una partita pessima, solo Vitter ha assolto la squadra e la prestazione. Poi il mister ha reagito in maniera sbagliata ai miei commenti e questa cosa mi ha dato fastidio. Ma non è stata la ragione che mi ha spinto all’esonero. Se Vitter fosse stato forte mentalmente, sarebbe ancora l’allenatore del Savoia”.
Per Contino è il suo spirito vincente ad essere diametralmente opposto al pensiero dell’ex tecnico.
“Io voglio vincere, o almeno voglio tentarci. Quando vedo una squadra arrembante in casa che, in trasferta, si scioglie come neve al sole, significa che chi la mette in campo sta sbagliando. A Vibo c’erano stati i primi errori. A Vallo sono stati ripetuti in negativo ed amplificati. A questo punto era evidente che bisognava prendere una decisione drastica che non è stata fatta a cuor leggero. Ci ho pensato l’intera notte tra domenica e lunedì”.
Una questione di mentalità “non” vincente sotto la guida di Vitter.
“Proprio così. Per ottenere un risultato importante bisogna mentalizzare la squadra. Al Savoia questo non accadeva. Già nell’amichevole di giovedì scorso avevo visto la squadra scarica. Domenica ne ho avuto la conferma sul campo”.
Cosa ha chiesto al nuovo allenatore?
“Mi sono pienamente fidato di Dionisio, in quanto non conoscevo Amura. La prima cosa che gli ho chiesto è stata quella di voler lottare per vincere il campionato, perché sono convinto che c’è un livellamento tra almeno cinque squadre di alta classifica, tra cui noi abbiamo il dovere di esserci”.
E Amura?
“Amura mi ha confermato che, anche lui, questa è la sua intenzione, per ora mi basta”.
AMURA –Finalmente tocca all’ospite “d’onore”. L’emozione è visibile sul volto di Sasà che ritorna nel nuovo Giraud da allenatore, quando lo aveva lasciato da protagonista sul campo nel vecchio stadio.
“E’ bellissimo. Non potevo non accettare la proposta del Savoia. Metto in gioco tutta la mia credibilità. E’ l’occasione che ti capita una volta e non puoi girarti dall’altra parte. Ho una gran voglia di cominciare. Quando giocavo i tifosi mi chiamavano il guerriero, ed è con questo spirito che sono tornato qui. Conosco benissimo l’ambiente. Ci sono stanti amici. Seguivo Vitter dai tempi dell’Atletico e so quanti sacrifici ha fatto. Per questo è giusto e doveroso un ringraziamento sincero al suo lavoro”.
Come ha trovato la squadra?
“Molto provata per l’esonero di un tecnico e di un amico. Tra tutti, il giocatore più colpito è stato Giraldi. Ho detto a tutti di capire il momento ma che bisogna, immediatamente, voltare pagina e pensare, unicamente, al bene del Savoia, perché questa squadra con i suoi meravigliosi tifosi, merita tutto il nostro impegno. I ragazzi lo hanno capito e già durante l’allenamento mi sono apparsi vogliosi nel conoscere i nuovi movimenti che ho chiesto loro”.
Come valuta tecnicamente il gruppo? Ritiene necessario qualche rinforzo?
“E’ un gruppo forte, una rosa molto competitiva. E’ chiaro che se, a dicembre, dovessi aver bisogno di qualche innesto, la società mi ha già fatto sapere che è pronta ad intervenire sul mercato”.
Dal 4-2-3-1 di Vitter, sono previsti cambiamenti tattici?
“Si, io credo nel 4-3-3 e sono convinto che i giocatori hanno le caratteristiche giuste per uniformarsi al nuovo modulo. Forse già da domenica prossima cambieremo qualcosa”.
E’ qui per vincere il campionato?
“Non prometto niente in tal senso ma mi impegnerò a lottare per la vittoria finale”.
Interviene subito Contino che blocca il mister e dice.
“La verità è che a me l’ha promesso! E voi sapete quanto ci tengo”.
Come dire…a buon intenditor…comincia l’era Amura. Comunque, grazie Vitter.
(Rodolfo Nastro)