20-09-2012 – Da tifoso a dirigente, il passo potrebbe sembrare breve, eppure per Carmine Salvatore (nella foto), conosciuto da tutti come “Nuccio”, il ruolo di direttore generale del Savoia è qualcosa di particolare, un ruolo che non ricopre a cuor leggero.
“Sono onorato di rivestire questa carica nella squadra del mio cuore. Ho sempre seguito i bianchi. Mio figlio Francesco ha vestito questa casacca. A casa mia, come si suol dire si mangia pane e…Savoia!”.
NUCCIO E L’ARRIVO DEGLI “AVELLINESI – Un’esperienza unica ma impegnativa. Il ruolo di diggì porta a tante incombenze. Nuccio non si tira indietro, anzi è stato proprio lui, lo scorso dicembre, a contattare Nicola Dionisio per proporgli di fare calcio a Torre.
“E’ così. Conoscevo Nicola da tempo e, visto che era uscito dall’Avellino da poco, ho pensato che un “calciofilo” come lui non potesse stare a lungo fuori dai giochi, così gli ho proposto il Savoia. Mi ha subito impressionato la sua reazione, perché, nonostante tutto, il vessillo biancoscudato continua a fare effetto e ad interessare a molti. Non ci ha pensato più di tanto e mi ha confermato che la prospettiva gli interessava molto”.
E poi?
“Dopo ho incontrato Contino e da lì è iniziata, concretamente, la loro marcia di avvicinamento al Savoia”.
Sono passati cinque mesi dall’arrivo del gruppo avellinese. A bocce ferme che idea si è fatta il diggì dei nuovi soci?
“Un’ottima impressione che mi viene confermata ogni giorno. Contino è una persona schietta, trasparente, se c’è qualche problema non si nasconde. Per certi versi è in antitesi col mondo del calcio, nel quale, purtroppo, sono sempre più gli avventurieri. Ma di questo possiamo definirci “fortunati”, dopo qualche esperienza non proprio positiva. E non aggiungo altro”.
IL RINNOVATO IMPEGNO IN SOCIETA’ – Il tema ricorrente in questi giorni, e non potrebbe essere altrimenti, è il danno economico che avete subito a seguito della chiusura del Giraud. La scorsa settimana, durante l’incontro con i tifosi, il presidente Verdezza, pungolato da Dionisio, aveva dichiarato che prima di sciogliere qualsiasi riserva sulla conferma del vostro impegno in società, avrebbe dovuto parlare con gli altri soci. L’incontro è avvenuto?
“Verdezza è stato corretto in quelle dichiarazioni perché non poteva parlare a nome degli altri prima di confrontarsi. Ci siamo visti ed abbiamo lungamente parlato di tutti i dettagli, perché, è inutile negarlo, la situazione è delicata. Diciamoci la verità, se avessimo voluto, saremmo stati nelle condizioni di poter mollare senza che nessuno ci avrebbe potuto dire nulla”.
E, invece, cosa avete deciso?
“Restiamo. Almeno fino a dicembre onoreremo tutti i nostri impegni. Lo abbiamo detto alla squadra. I ragazzi si sono tranquillizzati”.
IL FUTURO – E dopo? Quale il futuro?
“E’ innegabile che abbiamo bisogno dell’intervento di nuove forze. Questa mattina ho incontrato il sindaco Starita che mi ha ribadito di aver spronato l’imprenditoria locale a starci vicino. Tra qualche giorno attendiamo risposte. Ma è chiaro che se a dicembre dovessimo trovarci in una posizione di classifica importante, non lesineremo ulteriori sacrifici. Abbiamo, però, bisogno dell’aiuto di tutti. Noi non siamo benestanti, abbiamo un lavoro normale, siamo mossi dalla passione ma è chiaro che esborsi cospicui non sarebbero alla nostra portata”.
Indipendentemente dall’intervento del sindaco, avete avuto modo di coinvolgere altre persone?
“Abbiamo stilato un piano operativo con il presidente Contino. Ci muoveremo per coinvolgere imprenditori seri. D’altronde era stato individuato un nuovo socio, prima che della squalifica, motivo che ci aveva indotto ad offrire a Contino altre quote. Poi tutto si è fermato”.
Fermato temporaneamente?
“Me lo auguro. Sono molto fiducioso sull’esito del ricorso dell’avvocato Chiacchio (da ieri l’incartamento è sul tavolo del legale che avrà sette giorni per presentare il ricorso ndr). Spero che ci sarà uno sconto di pena. In questo modo il Giraud tornerà uno spettacolo di colori e cori, in pratica il miglior biglietto da visita per convincere altri imprenditori a fare calcio a Torre, con noi. Prima entreranno, meglio sarà”.
NUCCIO E I TIFOSI – Con queste premesse c’è da essere positivi, anche per l’encomiabile comportamento dei tifosi che stanno sostenendo la società in tutti i modi.
“Questa tifoseria è cresciuta tantissimo. La maturità che hanno acquisito li porta ad essere davvero legati alla loro squadra. L’episodio di Pomigliano resta un incidente legato ad un unico gesto inconsulto. Ma i tifosi del Savoia sono ben altro, sono quelli contro il Palazzolo, ma anche quelli che domenica scorsa contro la Nissa, nonostante tutto, non hanno fatto mancare il loro sostegno; sono quelli che, volontariamente, hanno raccolto fondi per darci una mano. Non finiremo mai di ringraziarli”.
SAVOIA E LA C – I 4000 cuori biancoscudati del 9 settembre hanno fatto parlare tutti. Domenica andrete a Vibo Valentia che, in due gare casalinghe, ha totalizzato poco più di 300 spettatori. Non ritiene che questa D vada stretta al Savoia?
“Ne sono convinto. La D, come prima Eccellenza e Promozione, non ci competono. Questa è una piazza che merita almeno la Lega Pro. Molti giocatori, nonostante trascorsi in serie superiore hanno ancora negli occhi lo spettacolo contro il Palazzolo e non hanno esitato a dire che una tifoseria simile con questa serie non c’entra proprio. Sono certo che il futuro del Savoia sarà roseo. Probabilmente in C noi non ci saremo, saranno ben altri gli imprenditori che interverranno nel progetto. Ma almeno ci resterà il merito di aver riportato il Savoia dove è giusto che sia, tra i professionisti. E questo nessuno potrà negarcelo”.
(Rodolfo Nastro)