12-09-2012 – Una giornata di quelle che non t’aspetti. In casa Savoia tutto procedeva nel migliore dei modi, il primato in classifica, lo spettacolo della curva sud nella gara col Palazzolo, i preparativi per la seconda in casa contro la Nissa e, perché no, l’orgoglio della città di veder giocare domani mattina al Giraud l’Italia under 19. Tutto bello, tutto per il verso giusto e, invece, arriva la stangata: la squalifica dello stadio per l’intero girone d’andata che costringerà i bianchi a rinunciare al supporto dei propri tifosi, al di là del notevole danno economico che ne deriva per mancati incassi ed introiti pubblicitari. La notizia fa subito il giro della città, i tifosi si organizzano, si vedranno tutti al Giraud per incontrare la società. Noi ci siamo e raccontiamo l’intenso pomeriggio vissuto a Piazzale Gargiulo.
ORE 14.30: ARRIVA LA SQUADRA – Arrivano allo stadio i giocatori per l’allenamento pomeridiano, corrono subito nello spogliatoi, hanno poca voglia di parlare, vogliono prima capire cosa sia accaduto.
ORE 14.40: LA SOCIETA’ E’ AL GIRAUD – Emiliano Contino, Nicola Dionisio e Gennaro Brunetti arrivano allo stadio. Sono già dentro gli altri dirigenti, il presidente Verdezza, il diggì Salvatore. Incontrano la squadra nel chiuso dello spogliatoio, 10 minuti di colloquio serrato, poi tutti in campo, c’è da preparare la gara con la Nissa.
Ore 14.55: ECCO I TIFOSI – Arrivano i tifosi, si formano i primi capannelli, si discute, l’amarezza e visibile in tutti, si cerca di trovare una linea comune. La prima decisione è quella di preparare un volantino da distribuire in città con il quale gli ultras della curva sud esprimeranno la loro posizione. Domani, in occasione dell’amichevole internazionale Italia-Portogallo under 19, i tifosi manifesteranno sugli spalti con cori e striscioni, in maniera civile al fine di far emergere, davanti alle telecamere Rai, che trasmetteranno in diretta l’evento, il “caso” Savoia. Si, perchè la convinzione di tanti è che sia un vero e proprio caso quello che è nato da questa sentenza senza precedenti giurisprudenziali in merito, ma con una severità senza pari. Ed a rincarare i dubbi la circostanza che la Procura federale non abbia ascoltato nessun tesserato dell’A.c. Savoia, trasmettendo al giudice sportivo, unicamente, i referti delle forze dell’ordine e dell’Ospedale che sono stati utilizzati dallo stesso quali pilastri della sentenza, diversamente dalla prassi che vuole il referto arbitrale quale principale elemento di giudizio.
ORE 16.10: INCONTRO SOCIETA’-TIFOSI – E’ il momento più intenso della giornata. I dirigenti salgono i gradini della curva ed incontrano i tifosi presenti. Non a caso il luogo dell’incontro è la curva sud, la casa degli ultras, scenario di festa ed esultanza 72 ore prima, teatro di un intenso incontro questo pomeriggio. Un’ora di confronto all’insegna della delusione per la squalifica, ma anche per cercare soluzioni costruttive per garantire un futuro al Savoia. Il primo a prendere la parola è il presidente Verdezza.
“Oggi quando ho varcato l’ingresso dello stadio ho vissuto un clima surreale. Dalle facce gioiose di domenica si è passati allo sconforto più totale. A caldo mi vien da dire che diamo fastidio a qualcuno e questo mi fa rabbia. Avevamo impostato un progetto basato sui fatti. Purtroppo questa squalifica ci crea un notevolissimo danno economico che, senza esagerare, quantifico in circa 200mila euro e questo ci costringerà a dover aumentare il nostro impegno economico”.
Interviene il diesse Dionisio che rivolge una domanda a Verdezza.
“Il quesito di tutti, in questo momento è: la società intende gettare la spugna e mollare o proseguire?”
Verdezza ha un momento d’indecisione poi replica.
“Noi non abbandoniamo, intendiamo reagire ma è chiaro che dovremo sederci ad un tavolo e decidere tutti insieme. I nostri futuri movimenti dovranno essere tesi a cementare il rapporto con i tifosi, dobbiamo coordinarci insieme e procedere sullo stesso binario”.
Dalle perplessità di Verdezza che, prima di sciogliere ogni riserva, intende riunirsi con i soci, alle certezze espresse dal patron Contino come ribadisce il figlio Emiliano.
“Mio padre intende continuare. Sta vivendo un momento di grande amarezza per una sentenza che non attendeva così pesante. Ma ci rimboccheremo le maniche e continueremo nel nostro impegno, anche se la rabbia ci porta a dire che se non ci vogliono, ritireremo la squadra dal campionato. Attendiamo, comunque, con fiducia l’esito del ricorso dell’avvocato Chiacchio”.
E Dionisio punta il dito sull’unità di intenti di tutte le forze cittadine.
“In questo momento non è in gioco solo il futuro del Savoia ma di tutta la città, perché la squadra esprime la voglia di riscatto di un’intera comunità. Domenica tutti lo hanno potuto ammirare, ecco perché chiedo ai tifosi, alla gente comune, all’Amministrazione comunale di starci vicini. Solo con il loro concreto aiuto potremo, tutti insieme, uscire da questo delicatissimo momento più forti che mai. Dobbiamo essere capaci di far parlare l’Italia per lo spirito di sacrificio che tutti metteremo per salvare il Savoia, patrimonio di tutta la città”.
I tifosi seguono con attenzione gli interventi della dirigenza e concordano.
“Coinvolgeremo la città, le forze civili e politiche per dare un concreto sostengo al Savoia – affermano i presenti da più parti – Chiederemo un incontro con il sindaco per esporre la situazione e per avere un effettivo intervento del primo cittadino”.
Primo segnale forte da parte della tifoseria sarà quello di sottoscrivere gli abbonamenti e acquistare i biglietti prima delle partite casalinghe. Questo è il vero spirito di Torre Annunziata, del Savoia e della sua gente perché volontà di tutti è, e deve essere, quella di gettare le basi per un grande futuro.
(Rodolfo Nastro)