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Verso Quarto-Savoia, parla l’ex Agovino Tutti in campo domenica alle 11 per la contemporaneità delle gare. L’ex trainer degli oplontini:”Sfida speciale”. Trasferta vietata ai tifosi del Savoia

Verso Quarto-Savoia, parla l’ex Agovino20-03-20102 – E’ l’ostacolo più ostico in questo finale di stagione: il Savoia incrocia il suo destino con quello del Quarto in una gara che si preannuncia intensissima. Domenica mattina, alle ore 11.00 scenderà in campo, in contemporanea, tutto il girone A di Eccellenza (non alle 16.00 come previsto dal nuovo orario federale, in quanto le squadre ospitanti hanno dato disponibilità a disputare le gare in mattinata). Una sfida speciale per molti, su tutti per Mauro Agovino (nella foto), attuale allenatore dei flegrei, ex oplontino.

“E’ vero – ammette Agovino – sarà una partita diversa dalle altre. Il Savoia ha rappresentato per me un’esperienza indimenticabile. Allenare in una piazza come Torre Annunziata, con un pubblico competente ed appassionato è un onore. A Torre ho ottenuto il patentino da allenatore ed ho lasciato tanti amici”.

Purtroppo la parentesi torrese di Agovino non è stata delle migliori sul piano del risultato. Una serie D maledetta, culminata con la retrocessione e l’anno successivo con la seconda, impietosa, scomparsa del Savoia dalla mappa del calcio, prima della rinascita con l’attuale società.

“Una ferita ancora aperta. Iniziammo la stagione con i migliori auspici. Sembrava esserci un progetto serio, la società appariva forte. Poi dopo due mesi tutto crollò. Il 12 dicembre i giocatori, all’apertura delle liste, andarono via e ci ritrovammo con una squadra di ragazzi, furono tante le promesse, tutte non mantenute”.

Ad Agovino resta l’intensa esperienza umana vissuta.

“Ricordo che remavamo tutti dalla stessa parte. Squadra, tifosi, stampa, cercammo tutti insieme di salvare il Savoia, purtroppo non ci riuscimmo; i problemi erano più grandi di noi e si rivelarono insormontabili. Ma in quel periodo furono i rapporti umani a fortificarsi e a far nascere in me un legame speciale con Torre Annunziata”.

Dal rammarico per un passato che poteva essere diverso, al difficile momento attuale che vedrà Agovino contrastare il Savoia.

“Avrei preferito arrivare a questa sfida più sereno, con qualche punto in più. Purtroppo a Procida abbiamo perso uno scontro diretto che ci ha risucchiati nella zona play-out. Domenica dovremo fare l’impossibile per strappare un risultato positivo, anche se la sconfitta con il Savoia ci può stare. Loro sono primi con pieno merito e perdere con una corazzata del genere è nella normalità delle cose. Il nostro campionato non può passare per il Savoia, si deciderà nelle ultime tre“.

Il Quarto in casa è squadra, estremamente, insidiosa. Anche il Gladiator ha fatto fatica a vincere.

“E’ vero, perdemmo quella gara nel recupero. E’ chiaro che i punti più importanti siamo costretti ad ottenerli in casa, sul nostro campo, con il nostro pubblico. Dopo il Savoia avremo due trasferte consecutive a San Giorgio e Torrecuso poi lo scontro diretto, in casa, all’ultima giornata con il Virtus Volla. In quelle gare si deciderà la nostra posizione nei play-out che credo, a questo punto, siano inevitabili”.

Agovino si è fatto un’idea, da spettatore esterno, di chi, tra Savoia e Gladiator la spunterà in questo, esaltante, finale di torneo.

“Sono due squadre diverse. Il Savoia è cinico, pratico, ottiene sempre il massimo dalle sue prestazioni; il Gladiator, invece, punta al bel gioco, allo spettacolo. Penso che alla lunga sarà il Savoia a prevalere, perché quel che conta di più sono i punti. Avere il miglior attacco e la miglior difesa significa tantissimo. Poi è evidente che, con il passare delle giornate la squadra inseguitrice cominci ad innervosirsi e ad accusare colpi a vuoto. In pratica il Savoia ha mantenuto la propria identità di gioco, il Gladiator ha dovuto, invece, mettere da parte lo spettacolo per la praticità e questo l’ha penalizzato”.

Intanto, il prefetto di Napoli ha disposto il divieto ai tifosi di Torre Annunziata di seguire la propria squadra in trasferta.
(Rodolfo Nastro)





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