30-01-2012 – La storia del Savoia è, e resterà sempre, legata all’immagine di un uomo dai profondi valori, di un professionista esemplare, Osvaldo Jaconi (nella foto), l’allenatore della promozione in B, del miracolo di una squadra partita senza enormi pretese e ritrovatasi, dopo una stagione esaltante culminata con tre gare di play off indimenticabili, nella serie cadetta tra le 38 squadre più importanti d’Italia. Basterebbe ricordare il curriculum di Jaconi per capire lo spessore del tecnico. 8 promozioni, di cui 5 dalla C2 alla C1 e 3 dalla C1 alla B con Castel Di Sangro (95/96), Savoia (98/99) e Livorno (2001/02). Ultima “scalata” nel 2006 con l’Ivrea, promossa in C1. Insieme a Gigi Simoni, Jaconi è l’allenatore italiano con maggior numero di promozioni in carriera. Numeri che fanno arrossire, che darebbero a tanti un pizzico di presunzione. Ma Jaconi è tutt’altra cosa. La modestia, le straordinarie doti umane restano nel bagaglio del tecnico lombardo, attualmente alla guida del Bassano Virtus. Lo raggiungiamo all’indomani di un importante successo in campionato (0-1 sul campo del Latina).
Non sembrano passati questi anni, ci risponde con la solita cordialità e, ancora prima di iniziare la nostra intervista, ci chiede. “E il Savoia come si sta comportando?” Più che bene, è la nostra risposta.
Mister, Avellino ancora nel destino dei bianchi. Il Savoia è chiamato alla storica conquista della Coppa Italia sul terreno del “Partenio”, quasi tredici anni dopo l’ultima grande gioia vissuta dal popolo biancoscudato, proprio grazie alla sua impresa.
“Speriamo che quello stadio continui a portarci bene. Mi sento di consigliare ai protagonisti del nuovo Savoia di restare sereni e tranquilli e continuare ad essere quelli che sono stati finora e che li ha portati a guadagnarsi questa finale. E’ stato, da sempre, il mio segreto ed ora mi sento di condividerlo con una parte di me stesso. Già, perché il Savoia una volta entrato nella tua vita, non esce più. E’ una seconda pelle”.
Jaconi ricorda i momenti più significativi della sua impresa.
“Coronammo un sogno. Riportare una squadra, una città, dopo mezzo secolo in serie B rappresentò un traguardo insperato. Subito dopo la finale mi chiesi: “Ma è tutto vero? Perché proprio noi”. A distanza di tempo ho capito. Ci abbiamo creduto più degli altri. Palermo e Juve Stabia che ci avevano anticipato in campionato rimasero sorpresi dalla nostra fame di vittoria. In quelle tre partite di spareggio vivemmo delle emozioni uniche. Vincere in casa del Palermo, con oltre 30.000 persone che inneggiavano contro fu un qualcosa di straordinario. Solo chi ha vissuto quella giornata ed il viaggio di ritorno sulla nave per Napoli può capire, fino in fondo, quelle sensazioni”.
E poi la finalissima del Partenio, la Juve Stabia surclassata dai colpi di Masitto e Nocerino.
“Fu gioia allo stato puro. Uno spettacolo di sport e civiltà sugli spalti. Ma ancora più bello fu il dopo. Il folkloristico giro per la città sulle carrozze, con una folla immensa di persone festanti intorno. Sono passati più di dieci anni, mi sembra ieri. Non nascondo che quei ricordi mettono i brividi”.
Jaconi si sente parte del Savoia e rivolge un sentito augurio al nuovo corso dei biancscudati.
“E’ giusto che il Savoia batta l’Agropoli e conquisti la Coppa italia. Io rappresento il passato, un bel passato ma non si può vivere di soli ricordi. Ecco perché auguro all’attuale squadra di rinverdire i fasti di un tempo e di tornare nel calcio che conta. La città, i tifosi lo meritano. Ed è giusto che i sacrifici che si stanno facendo in questi ultimi anni possano riportare il nome del “nostro” Savoia, ancora una volta, negli stadi di tutta Italia. Il Savoia è un patrimonio del calcio italiano e l’intero movimento ha bisogno che ritorni grande”.
(Rodolfo Nastro)