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Il “saluto” di Matteo Potenzieri all’amico e collega Silvestro I due seguivano le vicende del Savoia per il quindicinale locale "La Voce della Provincia"

Il 02-12-2012 – Scrivere di una persona carissima entrata nella galleria dei ricordi è difficile, anzi, inaccettabile. Ed è proprio questo rifiuto che annebbia la mente, quasi inibisce alla mano di scorrere sui tasti. Si rimugina sulla singola parola, i pensieri si accavallano e tradurli su carta diventa improbo soprattutto perché occorre essere attenti a non tracimare nel conformismo di convenzioni che la persona stessa non solo non merita nella maniera più assoluta ma anche perché chi scrive, lo fa con il cuore e non si propone nulla che non sia vero, genuino. Con grande fatica, mi impongo di provarci.
Ho visto per l’ultima volta Silvestro in un letto d’ospedale, la sua figura esile e smunta quasi sovrastata da quei macchinari che, probabilmente, gli hanno regalato gli estremi soffi di vita. L’ho conosciuto su un campo di calcio, seguiva il “suo” Savoia con la perizia e la forbita eleganza dialettica unanimemente riconosciutagli a giusta ragione. Per anni abbiamo condiviso la comune passione per i bianchi informando i lettori su tutto quanto era legato a quei colori. Mai uno screzio, mai una parola di troppo hanno scalfito una ormai solidissima amicizia ed un rispetto reciproco. Un grande, Silvestro, quando prendeva la parola in sala stampa o altrove per un commento squisitamente tecnico o per una semplice domanda: mai banale, sempre in tema, sempre tremendamente in linea con il suo credo di giornalista dalla lucida obiettività, competente, garbato. Ho sperato, ho pregato perché potesse ritornare alla sua famiglia, ma anche con noi a seguire la sua squadra. Non è stato così.
E allora non mi resta che salutarlo con profonda mestizia,
Matteo Potenzieri

(Redazione)





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