10-02-2008 – Non c’è stata partita. L’Aversa Normanna di mister Raffaele Sergio non ha avuto difficoltà nello sbarazzarsi di uno spento quanto irriconoscibile Savoia al “Giraud”.
Il tecnico dei bianchi, Sergio La Cava (nella foto), ha provato ad innalzare un muro in difesa nel tentativo di rendere inoperoso l’attacco più forte del campionato, proponendo una retroguardia esperta con Antuoni, Riccio, Scognamiglio e Abate, ma la qualità degli avversari è venuta fuori e per il Savoia non c’è stato nulla da fare.
Derby ricco di ex. Incoronato, Marasco e Ingenito forse hanno sentito più di tutti questa gara.
Il Savoia ha tenuto testa alla corazzata casertana solo per quindici minuti, poi è salita in cattedra l’Aversa e le forti individualità hanno fatto il resto.
Al 12’ rete annullata agli ospiti. Chietti va in gol ma il guardalinee sventola la bandierina e segnala un evidente fuorigioco dell’attaccante granata.
Dopo due minuti si fa vedere il Savoia. Incoronato prova a pescare il jolly dal limite ma la palla termina abbondantemente a lato.
Al 16’ lo stesso Incoronato si trasforma in assist-man e serve a Prisco la palla del possibile vantaggio. Il giovane centrocampista del Savoia non riesce, nella deviazione volante, a centrare lo specchio della porta.
Al 18’ è ancora Savoia. De Rosa crossa al centro un calcio piazzato e Scognamiglio in scivolata risulta in leggero ritardo per il tap-in vincente.
Al 29’ Montalcino in dribbling fa fuori due avversari ma la sua conclusione termina sul fondo.
Alla prima vera occasione per gli ospiti, l’Aversa passa in vantaggio. Chietti trova un corridoio per Sarli che davanti a Masullo non sbaglia e di sinistro insacca la palla sotto la traversa per lo 0 a 1.
Lo svantaggio stordisce il Savoia che non riesce ad alzare la testa. Al 40’ su un rinvio della difesa normanna la palla rimbalza sui piedi di Incoronato e sfiora di un niente il palo. Su finire di tempo De Rosa calcia dal limite ma la palla termina alta.
Termina così la prima frazione di gioco. La rete messa a segno da Sarli sembra aver spezzato le gambe agli uomini di La Cava che hanno dimostrato incapacità nel reagire al colpo subito.
Dopo soli quattro minuti della ripresa a mettere il definitivo sigillo sulla gara è l’ex Antonio Marasco. Il capitano granata approfitta di un’uscita del portiere Masullo e di contro balzo disegna una perfetta parabola che termina in fondo al sacco: 0 a 2.
Il doppio vantaggio tranquillizza gli uomini di Sergio che iniziano a giocare sul velluto.
Al 5’ Coquin affonda sulla sinistra e si presenta davanti a Masullo, il suo tiro termina sull’esterno della rete.
Al 16’ su un’azione di rimessa si fa vedere finalmente anche il Savoia. Semplice cambia il gioco sulla destra per il liberissimo De Rosa che di destro al volo chiama al facile intervento Robustelli.
Al 21’ Coquin serve Sarli in posizione di sospetto fuorigioco, l’attaccante normanno ha la palla del tris ma la sciupa angolando troppo la traiettoria del suo pallonetto.
Al 25’ Chiaiese entrato al 10’ della ripresa è costretto ad abbandonare il rettangolo di gioco per noie muscolari dopo essere rimasto in campo per diversi minuti per onor di firma. Sostituzioni ultimate e il Savoia resta in dieci.
L’Aversa in superiorità numerica e in doppio vantaggio non preme più di tanto. Al 26’ su cross di Chietti, Coquin è puntuale nell’impatto con la sfera ma il suo piattone termina a lato.
L’ultima emozione la regala Avolio con un tiro dalla distanza parato da Masullo in tuffo.
Per la compagine casertana, la tanto temuta trasferta di Torre Annunziata, diventa quasi una passeggiata. I giocatori in maglia granata fanno girar palla fin quando il direttore di gara decide di mettere la parola fine ad un incontro mortificante per la truppa di La Cava.
Per fortuna, chi è alle spalle del Savoia, non ha fatto di meglio e gli oplontini mantengono la zona play-out distante cinque lunghezze, ma domenica c’è un altro esame difficile: si va in puglia a far visita al Bitonto.
Le interviste:
Il tecnico del Savoia, Sergio La Cava, arriva in sala stampa deluso dall’atteggiamento dei suoi uomini:”Probabilmente abbiamo in squadra ragazzi che vanno subito in difficoltà quando le partite sono più sentite – queste le prime affermazioni del tecnico irpino, per poi continuare – Ho visto cose che non mi sono piaciute e martedì ne parlerò con la squadra. Con un po’ di cattiveria agonistica in più, si poteva senza dubbi fare meglio anche se l’Aversa ha dimostrato di avere una marcia in più. Sul primo gol, c’è stata una dormita generale di tutti inoltre abbiamo più volte commesso errori di movimento. Peccato che le nostre palle gol siano capitate sui piedi dei giovani mentre ai nostri avversari sono capitate a Sarli e Marasco, giocatori che non perdonano. Questa gara ci ha fatto capire che dobbiamo guardarci alle spalle, le illusioni ci fanno male”.
Sulla sponda casertana, il tecnico Raffaele Sergio si gode la quarta vittoria consecutiva, ma il Barletta resta sempre a -4:”Nella prima parte di gara ho visto un buon Savoia, ben messo in campo. Ci è stato annullato un gol secondo me regolare a conclusione di una gran bella azione corale. Questi tre punti ci permettono di mantenere invariato il distacco dal Barletta che continua a non perdere colpi. Sono contento per la squadra e la società modello per questa categoria”.
Parlano poi i due marcatori, Sarli e Marasco. Per il primo si tratta del settimo gol su nove partite:”Sul gol del vantaggio – racconta Sarli – è stato bravo Chietti a darmi palla in profondità, ho controllato di destro e di sinistro ho indirizzato la sfera sotto la traversa. Gran bella soddisfazione. Ad Aversa mi trovo bene e desidero ringraziare il presidente Spezzaferri per avermi fortemente voluto”.
Per Marasco, lui che è torrese doc e che più volte ha indossato la fascia di capitano del Savoia, si tratta del suo primo gol realizzato contro la squadra della sua città:”Abbiamo sofferto per il primo quarto d’ora poi raggiunto il vantaggio, abbiamo giocato con scioltezza. Avevamo preparato la gara in modo accurato e stiamo dimostrando su tutti i campi di meritare la vittoria del campionato”.(di Giovanni Caracciolo)